giovedì 30 settembre 2010

Da lunedì i rifiuti di Imperia andranno a Vado Ligure


Da lunedì i rifiuti della provincia di Imperia saranno smaltiti nella discarica di Boscaccio a Vado Ligure.
Per gli smemorati una piccola cronistoria degli ultimi eventi che hanno portato a questa soluzione (per chi volesse partire da più lontano potete leggere la cronistoria dal '92 ad oggi):
  1. 22/04/2010: Sequestro della discarica di Ponticelli;
  2. Si decide di riaprire la discarica di Collette Ozotto che accoglierà i rifiuti di tutta la provincia sino al 30 settembre 2010.
  3. 9/06/2010: la conferenza dei sindaci vota per il conferimento dei rifiuti fuori provincia. L'unico ad opporsi è Giacomo Ferrari, sindaco di Terzorio il quale non intende caricare sulle spalle delle esili finanze comunali le responsabilità di una decennale gestione fallimentare da parte delle amministrazioni provinciali di Centrodestra. Tutti gli altri votano quasi acriticamente sottovalutando l'aumento dei costi connesso al conferimento fuori provincia.
  4. giugno 2010: i genovesi residenti nei pressi della discarica di Scarpino protestano contro il conferimento dei rifiuti provenienti da Imperia. Si decide di utilizzare la discarica di Boscaccio a Vado Ligure.
  5. 23/09/2010: la data di chiusura della discarica di Collette Ozotto si avvicina e i sindaci di Ventimiglia, Sanremo e Imperia si preoccupano per l'incidenza dei maggiori costi di smaltimento sui bilanci comunali (si parla di 2.800.000 € in più per Imperia). Unitamente all'assessore provinciale competente scrivono al Presidente Burlando chiedendo alla regione di coprire i maggiori costi o in subordine una proroga per Collette Ozotto.
  6. 30/9/2010: nessuna delle richieste sarà accolta; si procede con lo smaltimento fuori provincia. L'amministrazione provinciale si impegna ad assistere finanziariamente i comuni per l'aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti.

[...]Per conto del Comune di Imperia particolarmente penalizzato, ha partecipato alla riunione l’assessore all’arredo urbano Emilio Broccoletti in sostituzione del sindaco in Francia per motivi di ufficio e dell’assessore Giovanni Amoretti convalescente per una operazione. Secondo una stima fatta dagli uffici che fanno capo all’assessore all’amministrazione finanziaria Marco Calcagno al Comune di Imperia questo ‘inconveniente’ costerà alle casse 2 milioni e 800 mila euro in più all’anno che dovranno essere sborsati dai cittadini, che si sono già visti aumentare la Tarsu. Ha detto Broccoletti:“Ci hanno comunicato che la discarica di Collette Ozzotto è da considerarsi esaurita mentre quella di Ponticelli continua a rimanere sotto sequestro. A questo punto ogni comune avrà i suoi problemi a far tornare i conti, ma non è il momento delle polemiche e delle strumentalizzazioni. In passato saranno stati fatti degli errori ma il mio è un appello all’unità. Dobbiamo fare di tutto per evitare di diventare come Napoli”.A quanto pare la Provincia di Savona avrebbe rinunciato alle al diritto di 15 euro a tonnellata, idem la Provincia per quanto riguarda la sua addizionale. “Chiediamo – ha concluso Broccoletti – che il Comune di Savona segua l’esempio della provincia savonese, così come la Regione rinunci all’addizionale”.
All'’incontro durato circa un paio d'ore tra il presidente Luigi Sappa, l’assessore Ballestra, erano presenti oltre a Broccoletti gli assessori Fera (Sanremo), Lombardi (Taggia) e Spinosi (Ventimiglia)
L’assessore Ballestra dice:"In particolare si è parlato di quanto emerso nell’incontro di martedì 28 settembre a Genova, tra la Provincia e la Regione, ribadendo l’insoddisfazione circa la posizione della Regione. Agli amministratori comunali abbiamo anticipato che la giunta provinciale avrebbe adottato una delibera con cui si dispone, da martedì 5 ottobre, il conferimento dei rifiuti presso la discarica in località Boscaccio a Vado Ligure".
"In questo periodo -prosegue Ballestra - l’amministrazione provinciale ha cercato di valutare ogni possibile soluzione, per evitare il trasporto dei rifiuti fuori provincia. Purtroppo, pur condividendo anche gli sforzi con la Regione, con metodi ordinari non si è riusciti a soddisfare questa volontà. Una nota polemica, nei confronti della Regione: avevamo fondate aspettative di ricevere da Genova aiuti economici, ma tali aspettative sono state mortificate. Solo in alternativa avevamo chiesto un provvedimento straordinario, l’ordinanza con cui potesse essere prorogato lo smaltimento nella discarica di Collette Ozzotto che ci è stato negato".
Conclude, quindi l'assessore provinciale:"La Provincia adotterà un provvedimento con il quale sarà prevista la restituzione ai Comuni dell’importo corrispondente alla fiscalità provinciale sui rifiuti, relativa alla quota di aumento dei costi, dovuta al trasporto fuori provincia. Con tale provvedimento si spera di creare un meccanismo di solidarietà istituzionale, che ci auspichiamo possa essere seguito dalla Regione, dal Comune di Vado Ligure e dalla Provincia di Savona. Per definire tutte le problematiche, sia imminenti che di programmazione futura, comunque urge un incontro al presidente della Regione, con i sindaci e gli assessori all’Ambiente dei Comuni della provincia".
[fonte: Sanremonews]

29 settembre 2010, voto di fiducia: l'intervento di Pierluigi Bersani

Un anno di attività parlamentare PD: Febbraio 2010


I privilegi per Berlusconi e i suoi ministri in primo piano: passa il legittimo impedimento. Sulla protezione civile spa otteniamo importanti vittorie ma la legge resta sbagliata.


  • Legittimo impedimento
    Nonostante la nostra ferma opposizione l’aula ha approvato la legge sul legittimo impedimento che consentirà al premier e ai ministri la possibilità di “scappare” dai processi penali per 18 mesi. Questo è il periodo di tempo ritenuto necessario dalla maggioranza per l’approvazione di uno scudo definitivo: il nuovo lodo Alfano, dopo che la Corte costituzionale ha bocciato il primo Lodo del guardasigilli. Il legittimo impedimento limita fortemente i poteri dei giudici: basterà infatti un’autocertificazione di Palazzo Chigi per motivare una richiesta di rinvio in caso di impegno istituzionale. È una legge che fa carta straccia del principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini e va nella direzione opposta di una vera riforma della giustizia come noi auspichiamo da tempo. Un privilegio, insomma, che serve a rispondere alle manie di persecuzione del presidente del Consiglio. Sta di fatto che l’aula di Montecitorio è stata impegnata per due giorni interi a discutere norme che servono solo a pochi “fortunati”, mentre, nel Paese reale, migliaia di lavoratori in cassa integrazione protestavano per non aver avuto alcuna risposta su come reagire alla crisi. Una brutto passaggio parlamentare, in cui i privilegi hanno viaggiato su una corsia preferenziale rispetto ai veri bisogni delle persone.
  • Decreto milleproroghe Le ragioni del nostro no
    Abbiamo votato contro quell’accozzaglia di norme che porta il nome di ‘milleproroghe’ e che è la dimostrazione dell’incapacità del governo di rispettare i termini delle leggi approvate in Parlamento. Con questo provvedimento il governo ha inserito alcune norme ‘fuori sacco’, come la proroga per lo scudo fiscale, il rinvio dell’entrata in vigore dei limiti alle emissioni inquinanti per le imprese, il condono per i manifesti abusivi e la stretta sulle vittime dell’amianto. Non ha però voluto risolvere la questione del pagamento delle tasse delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Le uniche norme positive riguardavano la proroga degli sfratti, le norme salva precari della scuola, lo sblocco delle assunzioni nelle università.
  • Alimenti Una legge per definire i livelli qualitativi dei prodotti freschi pronti all’uso
    È stata approvata all’unanimità in aula la nostra proposta per assicurare i corretti processi di preparazione, confezionamento, conservazione e distribuzione dei prodotti di quarta gamma. Le norme consentono di definire gli standard igienico- sanitari dell’intero ciclo di produzione e conservazione e le informazioni da garantire ai consumatori. È un fatto positivo per l’intero settore agroalimentare, che avrà ricadute sulla qualità dei nostri prodotti e permetterà al mondo agricolo di accrescere il proprio valore aggiunto.
  • Giustizia Unanimità sul nostro pacchetto “salva procure”
    E’ stato approvato all’unanimità il decreto per colmare gli organici nelle sedi disagiate delle procure della Repubblica, quelle più esposte nella lotta alla criminalità organizzata. Il testo è stato fortemente modificato grazie all’approvazione del nostro pacchetto ‘salva procure’ , che ha consentito di sbloccare il divieto per i magistrati di prima nomina di essere trasferiti ed ha impedito l’eccessivo ampliamento dei poteri del Guardasigilli in merito alle nomine dei vertici negli uffici giudiziari. Ancora una dimostrazione della nostra capacità di apportare modifiche costruttive se il governo vuole veramente impegnarsi per risolvere i reali problemi della giustizia.
  • Congo Approvata mozione sulla tracciabilità dei minerali
    È stata approvata la nostra mozione sul Congo: l’aspetto qualificante del testo è la richiesta al governo di attivarsi in sede europea per rendere operativa la proposta di una regolamentazione comunitaria per la tracciabilità dei minerali naturali provenienti dal paese africano.
  • Decreto protezione civile spa: Norme incostituzionali, inventato un ennesimo scudo per i vertici della nuova società
    Sul decreto Protezione civile il Partito democratico ha ottenuto una vittoria molto importante: abbiamo impedito la privatizzazione e fatto fare al governo molti passi indietro. La creazione di una Spa avrebbe modificato geneticamente la struttura che serve ad assicurare maggiori livelli di sicurezza alla popolazione rispetto alle molte calamità che colpiscono il Paese, trasformandola in un grande comitato d’affari. Abbiamo detto no ad un modello “premia-furbetti” e alla realizzazione di un sistema discriminatorio dove per i cittadini comuni prevalgono gli ostacoli e la burocrazia, mentre per gli ‘amici degli amici’ vi sono corsie preferenziali che magari sono anche fonti di guadagno. Di questo erano certi gli imprenditori che alle ore 3:32 della notte del terremoto dell’Aquila ridevano nei propri letti. Ci siamo battuti per l’efficienza, la trasparenza e la pulizia negli appalti, perché siamo profondamente contrari alla “normalizzazione” dell’emergenza per cui grandi eventi (dai mondiali di nuoto a una regata di vela) sono da considerare alla pari delle calamità naturali, e quindi in deroga indiscriminata delle normative sugli appalti, sull’ambiente, sulla sicurezza, sull’urbanistica, sul lavoro. Non è così che funzionano gli Stati moderni: le frodi e la corruzione si combattono con l’efficienza e, soprattutto, con la trasparenza. Con i nostri emendamenti abbiamo bocciato lo “scudo giudiziario” per i cattivi amministratori pubblici perché per noi la legalità nella gestione della cosa pubblica è un principio irrinunciabile. Abbiamo inoltre salvaguardato l’autonomia del ministero dei Beni culturali perché non possiamo accettare che in nome di una falsa fretta si faccia carta straccia del patrimonio artistico e culturale italiano. Nonostante le importanti vittorie abbiamo votato contro il provvedimento perché il governo non ha voluto abbandonare totalmente quel principio insensato che non fa distinzione tra calamità naturali e grandi eventi.
Per chi vuole saperne di più sul gruppo parlamentare PD: http://www.deputatipd.it/

martedì 28 settembre 2010

Antiberlusconismo a giorni alterni

2006: il partito dei sedicenti intransigenti della legalità porta in parlamento il famoso senatore Sergio De Gregorio (qua potete ripercorrerne la carriera) che il giorno dopo l'elezione passa all'opposizione minando la tenuta della maggioranza di centrosinistra.

29 settembre 2010:  il governo Berlusconi affronta un difficile voto di fiducia alla Camera. I numeri sono impietosi: è difficile che raggiunga la maggioranza necessaria di 316 voti. Dal gruppo dei  sedicenti intransigenti della legalità arriva un'offerta d'aiuto: il deputato Americo Porfidia, già al centro di indagini per associazione a delinquere di stampo camorristico, si dichiara contrario alle elezioni anticipate e prepara il suo passaggio al gruppo "Noi Sud" (che voterà la fiducia al governo Berlusconi).

lunedì 27 settembre 2010

Urla al Nord ma “magna” a Roma

Mentre per l'ennesima volta offende Roma e i romani dandogli dei porci (video), 800.000 euro dalla Capitale arrivano nell'inesistente Padania per la scuola privata della moglie. Puglisi: "Bossi non disdegna quei fondi mentre tagliano i soldi alla scuola pubblica".

Franceschini: "Il Pd presenterà mozione di sfiducia individuale"


Il PD presenta la mozione di sfiducia
Siamo alle solite. Nella massima difficoltà si contrattacca alzando la posta e disorientando l'attenzione pubblica. La Lega sa bene che il governo è al capolinea e per bocca del suo leader decide di alzare la polvere per nascondere il fallimento più evidente degli ultimi 15 anni. Durante l'ennesimo comizio di Lazzate a base di celodurismo e di cacciamoli tutti a pedate, Bossi parlando di Roma e dell'eventualità che nella capitale si possa disputare una Gran Premio di Formula1 si è lasciato andare con questo sproloquio: "i romani se lo possono dimenticare, Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe. Basta con Senatus PopulusQue Romanus, il Senato e il popolo romano, io dico sono porci questi romani". Applausi scontati della gente ignorante per le dichiarazioni di un ignorante. nel senso che si ignora la storia...
Non siamo in un film dell'orrore ma nella normalità della strategia leghista che continua nel mostrarsi pura nei week end tra i propri elettori, sputando nel piatto dove mangia durante tutti i giorni feriali. Per questo il Pd presenterà una mozione di sfiducia individuale, come ha reso noto Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd: "Le parole del ministro Bossi su Roma e i romani definiti "porci" hanno superato ogni soglia di tollerabilità e anche nelle reazioni non si può continuare a catalogarle nella categoria delle parole sfuggite o di cattivo gusto ma bisogna recuperare la capacità di reagire nelle sedi istituzionali proprie quando un ministro della Repubblica offende lo Stato, le istituzioni e il ruolo stesso che ricopre pro-tempore. Ne abbiamo parlato con Bersani e Anna Finocchiaro questo pomeriggio e domani mattina proporrò alla presidenza del gruppo di presentare una mozione di sfiducia individuale al ministro Bossi. In questo modo l'aula e ogni singolo parlamentare di maggioranza e di opposizione dovranno pronunciarsi individualmente con l'appello nominale sulla conciliabilità delle parole di Bossi e il suo ruolo di ministro".

A parte il fatto che senza Roma e senza i ladroni che tanto denuncia Bossi politicamente non esisterebbe siamo all'apoteosi della falsità e del populismo. Bossi ha la memoria corta quando si dimentica che i soldi che finanziano la Lega e l'inesistente Padania arrivano proprio da Roma. Vuole il decentramento dei ministeri? Chissà quale per primo? Di sicuro quello dell'Economia visto che è molto recente il finanziamento di 800.000 euro per gli anni 2009/2010 della scuola Bosina di Varese. Una scuola molto fortunata la cosiddetta Libera Scuola dei Popoli Padani: nata dodici anni fa grazie all'intuizione della signora Manuela Marrone, maestra elementare e....moglie di Umberto Bossi! La signora Bossi è ovviamente ancora socia della cooperativa che gestisce la scuola e che si pone l'obiettivo di dare un'impronta di “cultura locale, alle radici e al territorio”. Una scuola per giovani leghisti, nata dalla moglie di Bossi e finanziata dai soldi di Roma ladrona. Tutto torna.

Ma non solo. Il presidente della scuola è Dario Galli, ex senatore leghista che si occupa di pedagogia del territorio. Sicuramente sarà in grado di gestire molto bene gli 800mila euro destinati all'ampliamento e alla ristrutturazione di un edificio molto recente!

“Mentre Bossi parla a vanvera contro Roma, non disdegna affatto gli 800mila euro che arrivano da Roma per la scuola privata della moglie”. Questo il primo commento di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd. “Davvero paradossale che si finanzino scuole private perché legate alla Lega mentre si assistono a continui tagli di risorse dai fondi della scuola di tutti”.

“Oltre ad utilizzare risorse pubbliche per indottrinare i bambini – ha continuato la Puglisi – è ancora più grave che non siano stati ancora rimossi tutti i simboli padani dalla scuola di Adro. Per questo, sabato prossimo il Pd ha organizzato un incontro pubblico sotto la prefettura di Brescia per richiedere l'immediata rimozione di tutti quei simboli. Quando sosteniamo che lo stato della scuola in Italia è un chiaro segnale dell'emergenza democratica che stiamo vivendo, ci riferiamo proprio a questi fatti. Le regole istituzionali vanno rispettate da tutti. Soprattutto nella scuola”.

Gli stanziamenti che arrivano hanno un nome che è tutto un programma: il provvedimento della commissione bilancio si chiama legge mancia, “perché in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore”.

Per chi volesse avere un po' di informazioni sulla pedagogia e didattica della scuola Bosina è sconsigliato il sito ufficiale. Molto più esaustivo il portale delle Associazioni padane che mette in luce (oltre al nome padania ripetuto allo sfinimento in tutte le sue forme) che la “scuola Bosina si propone come obiettivo quello di coniugare l’insegnamento previsto dagli organismi competenti, con le esigenze del tessuto sosciale locale, di formatre futuri cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda, pronti a confrontarsi con altri modelli sociali”. Di seguito sono ben evidenti gli articoli della Padania dove si legge che “sulla scuola soffia il vento del Nord”, che “il Nord è stanco di una scuola aliena e ingestibile”.

Una vera scuola privata di indottrinamento leghista pagata e sovvenzionata con soldi pubblici. E con quale faccia tosta si può ancora chiamare Roma la ladrona?




“Porci questi romani? La battuta è vecchia ma forse piace a Bossi perché ne trova quotidiana conferma nei romani che incontra più spesso, i colleghi di maggioranza e di governo. In realtà ci sarebbero pure politici e cittadini per bene, da Adro fino a Casal di Principe passando per Roma, ma l'onorevole Bossi, in ogni angolo d'Italia, riesce inspiegabilmente ad allearsi con quelli per male”. Lo dichiarato Giovanni Bachelet, deputato e presidente del Forum Politiche dell'istruzione. “Così, fra banchi di scuola marchiati col Sole delle Alpi e parolacce ai romani – ha proseguito Bachelet - tenta pateticamente di mascherare l'ennesimo insabbiamento del federalismo fiscale da parte del governo Berlusconi, con in testa il Ministro Gelmini che vuol tenersi il ministero dell'Istruzione a Roma così com'è”.

"Bossi faccia il ministro e non il comico" dichiara in una nota il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti. A chiedere il parere del sindaco Alemanno e della presidente della regione, Renata Polverini, è il commissario del Pd nel Lazio, Vannino Chiti: "Sono offese gravi, i due amministratori che ne pensano?". A volere le scuse ai romani è anche l'ex sindaco ed ex segretario del PD, Walter Veltroni: “Bossi rispetti Roma e i Romani. Ha insultato milioni di persone. Ha insultato la capitale dello Stato e i suoi cittadini. E' intollerabile che questi insulti vengano da un ministro della Repubblica. Il leader della Lega torna al linguaggio da trivio, segno che la crisi del centrodestra e del governo sta mordendo e lo spinge a dare il peggio di sé alla ricerca di consensi. E’ una offesa non solo a Roma e ai suoi cittadini ma è un comportamento inaccettabile da parte di un ministro della Repubblica. Bossi al posto di partecipare ai concorsi di Miss Padania dovrebbe ricordarsi di avere un ruolo istituzionale. E se non lo ricorda lui dovrebbe intervenire il presidente del consiglio per pretendere delle scuse”.

[A.Dra dal sito del Partito Democratico]

Infiltrazioni malavitose anche nell'amministrazione di Ventimiglia?

Ventimiglia è già da tempo segnalata nell'annuale rapporto antimafia come località in cui operano diverse famiglie legate alla ndrangheta. La sua peculiarità di città di confine la rende strategicamente importante tant'è vero che in recenti intercettazioni è spuntata fuori l'inedita definizione di "camera di compensazione". Una sorta di centro di smistamento di merci, armi e latitanti diretti dall'estero verso il sud Italia e viceversa.
Ne parla Giulio Gavino dalle pagine de La Stampa di ieri:

L’emergenza legata all’assedio della criminalità alle istituzioni in Riviera si allarga a macchia d’olio. Dopo quello di Bordighera, ora sarebbe a rischio di infiltrazioni illecite anche il Consiglio comunale di Ventimiglia. Sono ancora una volta i carabinieri ad essersi occupati di raccogliere in un voluminoso dossier una serie di elementi ritenuti degni di attenzione. Aderenze o rapporti di conoscenza tra presunti appartenenti alle cosche calabresi e personaggi della politica. Inerzie sospette sulla vigilanza del territorio per quanto riguarda le discariche, appalti e sub appalti di lavori pubblici e molto altro ancora. Un’attività capillare e trasversale, quella dell’Arma, che si è basata su investigazioni tradizionali ma non solo. Il rapporto, in tutto un centinaio di pagine, attende sulla scrivania del nuovo comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Alberto Minati. Un «benvenuto» che rivela tutte le criticità di un’Imperiese che mai come in questo momento appare assetato di trasparenza e legalità. Ad occuparsi della supervisione, come accaduto per Bordighera, è stato il maggiore Paolo Cambieri, l’ufficiale comandante del Reparto Operativo, membro della task-force a disposizione dei funzionari prefettizi inviati nella città delle palme dal Palazzo del Governo.
Impossibile conoscere, chiaramente, quali saranno i tempi della valutazione del rapporto realizzato dal comando provinciale che appare comunque destinato ad arrivare prima o poi sulla scrivania del prefetto Francescopaolo Di Menna, autorità preposta al pronunciamento in materia. Il fatto che i carabinieri abbiano ravvisato estremi per lo scioglimento di un altro Consiglio comunale del Ponente proietta però ombre oltremodo inquietanti sul mondo della politica e sui rapporti tra l’amministrazione della cosa pubblica e il mondo degli affari. Estremi di reato, evidentemente, i carabinieri non ne avrebbero individuato: diversamente ci sarebbe stata un’attività di indagine con la procura di Sanremo e non una semplice, per quanto circostanziata e preoccupante, segnalazione al prefetto.
Di fatto i carabinieri avrebbero «cucito» in un articolato e complesso mosaico una serie di circostanze e di eventi che riguardano l’amministrazione della cosa pubblica a Ventimiglia. Alcune tessere sono evidenti, il «filo» da cucito usato per unirle invece è avvolto in un rigoroso riserbo. Qualche esempio degli elementi raccolti nel dossier dell’Arma? Uno su tutti, L’auto del direttore generale del Comune Marco Prestileo crivellata di proiettili di pistola mitragliatrice, episodio circondato da una costante omertà (la stessa vittima non aveva denunciato l’accaduto). Poi la «traumatica» epurazione dalla giunta dell’assessore al Personale Tito Giro e del vice-sindaco Vincenzo Moio, entrambi voluti quali esterni dal sindaco Scullino subito dopo le elezioni e nel dicembre dello scorso anno allontanati bruscamente. A giugno, inoltre, l’operazione «Crimine» contro la ‘ndrangheta aveva portato alla luce aderenze e conoscenze tra Moio e un presunto appartenente alle cosche, arrestato nel blitz, il genovese Domenico Belcastro, che in una intercettazione ambientale l’aveva definito «un soggetto affiliato» (poi ritrattando davanti al giudice). E ancora, clientele legate alle campagne elettorali (dal pagamento delle cene agli attacchini reclutati per i manifesti) e la gestione delle società partecipate dal Comune.
Il dossier che prelude all’istanza di scioglimento del Consiglio comunale rappresenta qualcosa di più di una semplice preoccupazione. Il sindaco Scullino ha sempre difeso, con i fatti, la sua estraneità e quella della sua amministrazione ad ogni illecito. Anzi, qualche anno fa fu il primo a correre in procura quando sentì parlare di tangenti nell’ambito della gestione dei rifiuti (non era ancora sindaco). Ma intorno a Scullino, almeno per i carabinieri, stanno succedendo cose che meritano almeno l’attenzione della prefettura.
[articolo di Giulio Gavino pubblicato su La Stampa del 26 settembre 2010]

domenica 26 settembre 2010

Adro, il dramma del sindaco ultrà scaricato da Bossi

Quello di Adro ormai non è più un caso politico: è un caso umano. Il caso di Danilo Oscar Lancini, nato a Rovato 45 anni fa, titolo di studio licenza media inferiore, ex imprenditore specializzato negli spurghi, sindaco di Adro dal 2004, rieletto nel 2009 con un quasi plebiscito: 62 per cento.

Oscar Lancini ha da tempo vinto (scusate il penoso gioco di parole) l’oscar di ultrà all’interno di un partito, la Lega, dove gli ultrà non solo abbondano ma non fanno neppure nulla per nascondersi. Prima ha istituito la taglia di 500 euro per i vigili urbani che stanano i clandestini. Poi ha mandato a mangiare a casa i bambini figli di genitori (quasi tutti immigrati) morosi nel pagare la retta della mensa scolastica. Quindi, da settembre, ha preso direttamente in carico – come Comune – la gestione della stessa mensa scolastica e ha deciso che possono sì mangiare tutti, ma solo un menù padano, il che ha fatto infuriare gli immigrati, che ieri si sono rivolti al presidente della Repubblica Napolitano, costretti a scegliere se mangiare maiale o digiunare.

Infine il capolavoro: ha decorato il nuovo polo scolastico del paese (intitolato a Gianfranco Miglio, tanto per essere super partes) con settecento Soli delle Alpi, quelli che stanno al centro del simbolo elettorale della Lega.

Quest’ultima bravata ha provocato il pandemonio che sappiamo. E appunto ha assicurato a Lancini il primato fra gli ultrà della Padania. Perché, per capirci: erano pesanti anche le parole di Bossi sul tricolore usato per pulirsi il sedere; erano sconvenienti anche le strofe cantate dall’europarlamentare Matteo Salvini (“Senti che puzza/ scappano anche i cani/ stanno arrivando i napoletani”): ma verba volant. I Soli delle Alpi invece restano. E restano su una scuola pubblica.

Ecco perché il caso Adro è diventato un caso umano. Perché neppure i leghisti possono difendere il loro sindaco tanto zelante. Anzi sono in imbarazzo. L’ex sindaco di Brescia, Paolo Corsini, ora deputato del Pd, ha presentato un’interrogazione al ministro degli Interni Maroni (l’unico, per legge, che può ordinare al sindaco di rimuovere quei Soli): e Maroni è chiaro che ora è in difficoltà. Perfino il grande capo, Bossi, è seccato: Lancini, credendo di fargli piacere, ha strombazzato ai quattro venti che rimuoverà gli stemmi solo se glielo ordina lui. Ma se Bossi, pur di mettere fine alla polemica, glielo ordinasse, vorrebbe dire che gli amministratori leghisti obbediscono al partito e non allo Stato. E ne verrebbe fuori un conflitto istituzionale.

Il povero Lancini è quindi in una difficile situazione. Non sa come uscirne e soprattutto si sente abbandonato dal suo partito, al quale aveva dedicato gli ultimi quindici anni della sua vita. Aveva dato il cuore, alla Lega. E la Lega che cosa fa? Lo pianta lì da solo proprio nel momento del bisogno.
Provate a immaginare lo stato d’animo di Oscar Lancini nella giornata di lunedì scorso. Dal piccolo paesino della Franciacorta di cui è sindaco era andato – perbacco – fino a Milano, per parlare nientemeno che con Bossi. Sperava forse in cuor suo che Bossi gli dicesse di tenere duro.
O perlomeno sperava che il capo, se proprio doveva dirgli di rimuovere i Soli delle Alpi per quieto vivere, gli facesse, in privato e sottovoce, i complimenti, con la promessa di una ricompensa.

Invece niente. Bossi non s’è neppure fatto trovare. Quasi certamente non ha voluto mettere le proprie impronte in questo pasticcio; o forse s’è addirittura dimenticato dell’appuntamento, il che per Lancini sarebbe addirittura peggio. Tornato mesto mesto ad Adro, il sindaco ha convocato d’urgenza una giunta. Che cosa si siano detti, è un mezzo mistero. Addirittura Lancini ha dato ordine agli assessori di riferire ai giornalisti che lui alla riunione non c’era. Invece c’era, e da quel poco che è filtrato sembra che gli assessori abbiano cercato di indurlo a più miti consigli, ma lui avrebbe deciso la linea dura: “I Soli delle Alpi rimarranno dove sono, devono usare la forza per toglierli!”.

Da quel giorno Oscar Lancini s’è chiuso in una specie di bunker psicologico. Ha smesso di rispondere al cellulare ai giornalisti (fino a lunedì mattina, possiamo assicurare, rispondeva); l’altro ieri siamo andati a trovarlo in Comune e lui, che pure nei giorni dell’affaire-mensa ci aveva ricevuti con gentilezza, ci ha chiuso la porta in faccia.

E’ come se gli stesse crollando il mondo addosso. Oscar Lancini è uno che non ha avuto la vita facile. Suo padre, uno stimato imprenditore edile, morì in un incidente sul lavoro e lui si trovò a dover gestire, poco più che ventenne, la ditta. Provò a convertirla al business degli spurghi, ma andando incontro a un sacco di grane proprio con il Comune di Adro. A un certo punto decise di entrare in politica. E quando diventò sindaco, visse il paradosso di essere al tempo stesso parte e controparte nella causa che il Comune aveva con la sua impresa. Adesso che quell’impresa non c’è più, Lancini riponeva ogni aspettativa nell’amata Lega. Ma già l’anno scorso il partito gli ha fatto capire di non fidarsi troppo di lui. Infatti alle politiche del 2008 Lancini era il sedicesimo di una lista che portò quindici leghisti alla Camera. L’anno scorso però uno dei quindici eletti, Daniele Molgora, è diventato presidente della provincia di Brescia e avrebbe dovuto, o potuto, lasciargli il posto in parlamento. Non l’ha fatto. Per Lancini è stata la prima delusione. Ora la seconda e più tremenda, quella di sentirsi scaricato per troppo amore.
[Adro, il dramma del sindaco ultrà scaricato da Bossi - LASTAMPA.it]

Scuola di ADRO: interrogazione di Ferrari e Corsini (PD)

INTERROGAZIONE A RISPOSTA URGENTE
IN COMMISIONE AFFARI COSTITUZIONALI

Al Sig. Ministro dell’Interno On. Roberto Maroni

Premesso che:

  • il caso della scuola di Adro da vicenda locale è ormai rimbalzato sulla grande stampa nazionale nonché sugli organi radio-televisivi
  • nel paese franciacortino, in provincia di Brescia, è stata recentemente inaugurata una scuola di evidente regime “leghista-padano”; infatti simboli leghisti sono stati ovunque collocati, dai banchi agli zerbini, dai cestini dei rifiuti ai tavoli, dai cartelli alle finestre, dalla segnaletica alle pedane, dalle sedie alle volte di copertura, in numero di circa 700
  • il Sindaco di Adro è già salito alla ribalta della cronaca per iniziative di palese carattere discriminatorio quali il rifiuto del servizio mensa ai figli minori di famiglie extracomunitarie morose, nonché di carattere intollerante e razzista quali la somministrazione di cibi a prescindere da vincoli di natura religiosa che ne consentono o no la consumazione
  • lo stesso Sindaco, incapace di essere coerente con la scelta adottata, richiesto di spiegazioni, è ricorso all’escamotage di negare il carattere leghista del simbolo – il sole delle Alpi – ovunque disseminato, sostenendo, in ciò spalleggiato dall’on. leghista Davide Caparini, che si tratterebbe di un “segno di identità e di tradizione presente ad Adro, un’iconografia antica riconoscibile anche nella chiesa parrocchiale”, un’asserzione, questa, palesemente infondata, come smentito dagli studiosi locali i quali peraltro negano pure che tale simbolo sia presente nello stemma e nel gonfalone del Comune
  • al di là delle inconsistenti giustificazioni del Sindaco, la questione rimanda all’arbitrario, illegittimo, offensivo, uso di un simbolo di partito in una sede pubblica
  • la scuola svolge una funzione istituzionale ed appartiene all’intera comunità a prescindere da convinzioni politiche, ideologie, appartenenze di partito delle famiglie
  • la scuola è per definizione il luogo della ricerca, del dialogo, della tolleranza e che non può essere sottoposta ad indebite appropriazioni di partito che rimandano ad una concezione totalitaria e antidemocratica dell’educazione e della formazione di cui la storia del ‘900 ha dato purtroppo ampia testimonianza con l’esperienza dei regimi dittatoriali fascisti e comunisti
  • il Ministro Maria Stella Gelmini, bontà sua, in un primo tempo si è limitata a parlare di episodio folkloristico e di un estremismo da lei non condiviso e in un secondo tempo ha, invece, assecondato la versione del Sindaco
  • il Prefetto di Brescia sino ad oggi non ha dato segni pubblici d’intervento, evidentemente condividendo la scelta del Sindaco di Adro o facendo finta di non vedere, nonostante una legge recente vieti l’esposizione nelle scuole di simboli che non siano quelli esplicitamente menzionati
  • gli insegnanti della scuola di Adro, riuniti in assemblea sindacale, si sono apertamente dissociati dall’iniziativa, denunciando la sopraffazione dovuta al Sindaco
  • lo stesso Dirigente scolastico ha investito del caso la Dirigente provinciale, chiedendo la rimozione del simbolo leghista
  • il Padre priore della scuola carmelitana di Adro è intervenuto richiamando fondamentali diritti di rispetto delle convinzioni e delle scelte di ciascuno, sottolineando altresì l’obbrobrio di Crocifissi letteralmente inchiodati alle pareti
  • la vicenda di Adro, riconducibile a tutt’altro che a folklore, costituisce un segno della volontà di disgregazione del Paese e del suo stesso tessuto connettivo, rappresentando un caso di negazione di fondamentali principi di civiltà, di legalità e di senso delle istituzioni
  • l’iniziativa del Sindaco rappresenta una prova palese di strumentalizzazione dei bambini a scopo politico e propagandistico
  • la scuola potrebbe essere sede di seggio elettorale in cui viene esibita propaganda illegittima
  • si corre il rischio che vengano utilizzate risorse pubbliche per rimuovere i simboli leghisti finalizzati ad una impropria e illegittima, oltre che diseducativa, “pedagogia padana”

I sottoscritti interrogano per sapere:

quali iniziative il sig. Ministro adotterà per riportare la legalità nella scuola di Adro

Firmato

On. Paolo Corsini
On. Pierangelo Ferrari

[ADRO: interrogazione Ferrari e Corsini (PD) - Coccaglio olio e peperoncino]

sabato 25 settembre 2010

Regione, Barbagallo: "si favorirà la 'filiera corta' nelle mense"

Favorire la “filiera corta” , la vendita e il consumo di prodotti regionali e stagionali non solo nei punti vendita ma anche nelle mense scolastiche e ospedaliere e nella ristorazione. Per favore l'incontro fra agricoltori e queste realtà e privilegiare ortaggi freschi, frutta di stagione, vini, miele, formaggi, olio extravergine di oliva, paste, insaccati e tante altre specialità liguri la Regione Liguria ha pronto un progetto ad hoc che sarà il principale obiettivo di una legge che la Regione Liguria varèrà nei prossimi mesi.

Lo ha confermato l’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo alla presentazione della nuova edizione di “Fattorie didattiche Aperte”, insieme con i presidenti regionali di CIA Liguria Ivano Moscamora e Germano Ghedina di Coldiretti, ospiti dell’agriturismo Cascina Salvega di Casella, in Valle Scrivia, che partecipa a questa due giorni di visite e assaggi enogastronomici nelle 47 strutture liguri che hanno aderito all’iniziativa. “La legge regionale sulla “filiera corta”, punterà a sviluppare, a sostenere e a promuovere l’approvvigionamento di prodotti freschi e di qualità del territorio da parte della ristorazione collettiva di scuole, ospedali, strutture assistenziali coinvolgendo anche gli operatori commerciali, ristoranti e trattorie che vorranno cogliere le opportunità offerte da una cucina a chilometri-zero”, spiega Barbagallo.Risultato: poter offrire agli studenti, ai malati, ai cittadini e ai turisti i piatti tipici della tradizione alimentare ligure, spesso dimenticati, con prodotti di qualità di cui si conosce la provenienza, le qualità specifiche, il metodo di coltivazione, i valori nutrizionali.

“Con questa legge, unita a quella degli itinerari di prodotto- ha aggiunto Barbagallo- non pretendiamo di risolvere tutti i problemi della nostra agricoltura, sarà una legge di promozione e sostegno al comparto agricolo che ha certamente bisogno di investimenti ben più pesanti come quelli del Piano di Sviluppo Rurale e di altre misure regionali, europee e nazionali, ma servirà sicuramente a far conoscere sempre di più, e invogliare le nuove generazioni a consumare i sani prodotti del mondo rurale, un po’ come avviene con le Fattorie didattiche che nello scorso anno scolastico, in Liguria, sono state visitate da oltre 11 mila studenti “, ha detto l’assessore.

[Fonte Sanremonews]

giovedì 23 settembre 2010

In Italia il 28% dei giovani è senza lavoro

Mentre si discute di case e paradisi fiscali si dimenticano una serie di dati preoccupanti tra cui:
  • disoccupazione giovanile al 28%;
  • il malcostume delle finte partite IVA per mascherare un rapporto di lavoro dipendente;
Ne parla Cesare Damiano (PD) su L'Unità di oggi.

In Italia, secondo i dati del Censis, ci sono quasi sei milioni di partite Iva. Solo poco più di due milioni, però, sono gli iscritti agli ordini professionali (avvocati, architetti, commercialisti …). Gli altri esercitano attività non regolamentate. Sono informatici, consulenti, pubblicitari, ricercatori, designer, amministratori di condominio, ma anche consulenti aziendali, formatori, traduttori, guide turistiche, grafici, interpreti, bibliotecari, enologi, agenti di commercio, rappresentanti, praticanti, tributaristi, archeologi, musicisti, redattori editoriali, restauratori, fumettisti. Un ventaglio ampio, ma soprattutto anomalo. Perché, di fatto, più del 60 per cento non esercita una vera attività autonoma o libero professionale. Per loro l’apertura di una partita Iva serve a mascherare un rapporto di lavoro dipendente che il committente non intende riconoscere: è una forma di ricatto cui ci si deve assoggettare per lavorare.
Il fenomeno delle partite Iva individuali, in crescita in tutta Europa ma che da noi assume dimensioni più rilevanti rispetto alla media, è determinato da diversi fattori. Alle necessità di auto impiego di chi non trova altri sbocchi lavorativi, si aggiungono le esigenze, reali, di aziende di piccole dimensioni che necessitano di competenze e specializzazioni reperibili solo al loro esterno e la volontà di altre imprese che ricorrono a queste forme di incarico semplicemente per sostituire il lavoro dipendente sfruttando i costi più bassi. Come ci insegna l’esperienza, il campionario è svariato. E non ci sono settori che possano dirsi immuni. Di fronte a questa realtà i controlli per individuare e reprimere gli abusi sono necessari, ma non bastano. Serve un’azione legislativa che regolamenti le professioni e fissi, in modo adeguato alla mutata realtà, i requisiti del lavoro autonomo. Una prima proposta in tal senso è già stata presentata in Senato dall’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu: una utile base per definire una normativa efficace.
La questione va ripresa anche alla Camera con una proposta che sottolinei e completi alcuni obiettivi che possiamo sintetizzare in tre punti: sconfiggere le false partite Iva (quelle che mascherano un lavoro di fatto dipendente); estendere, anche a questi lavoratori, tutele e diritti; stabilire (per legge) un salario minimo per le attività non regolate da contratto. La crisi che stiamo attraversando e la mancata riforma degli ammortizzatori sociali hanno messo a nudo l’inadeguatezza delle tutele del lavoro intellettuale moderno, che continua paradossalmente a convivere con le forme tradizionali con le quali è tuttora disciplinato il mondo delle professioni. E’ una situazione anacronistica che il Pd, con le sue proposte, deve contribuire a correggere attraverso una larga discussione con i soggetti interessati.
["L’esercito indistinto delle partite Iva" di Cesare Damiano - pubblicato su L'Unità del 23 settembre 2010]

C'è sempre uno più puro che ti epura



OTTO E MEZZO, IL PUNTO - I PROFESSIONISTI DELL'ANTIBERLUSCONISMO?

martedì 21 settembre 2010

Lezioni di sciacallaggio


Dal blog di Francesco Costa la sintesi di un episodio che rivela il vero modello della strategia politica dei partiti basati sul carisma del leader: lo sciacallo.
Vi ricorderete la storia della legge contro l’omofobia, promossa praticamente in solitaria da Paola Concia, deputata del Partito Democratico. Si proponeva di introdurre un’aggravante per i reati connessi all’omofobia e fu affossata dal centrodestra grazie a una vergognosa eccezione di costituzionalità che paragonava l’omosessualità all’incesto, alla zoofilia e alla necrofilia. Ora l’onorevole Concia ci sta riprovando, ed è stata ammirevole e coraggiosa nel non avere abbassato l’asticella e decidere di puntare su un testo praticamente identico a quello precedente: l’introduzione di un’aggravante per i reati connessi all’omofobia. Invece che sostenere un disegno di legge importante a cui serve già un mezzo miracolo per passare così com’è, l’Italia dei Valori ha deciso di fare una sua proposta, che introdurrebbe pene molto più severe e ha speranze zero di essere approvata (e sorvoliamo sul fatto che si basi su un principio sbagliato, cioè l’estensione della legge Mancino all’omofobia: insomma, il rafforzamento dei reati di opinione). L’obiettivo concreto è uno solo, che non ha niente a che vedere con l’omofobia: accusare il PD, cioè il partito dell’unica deputata a essersi battuta seriamente su questo tema, di essere molle e incerto.
[Fonte: francescocosta.net]

Leggi anche il post di Ivan Scalfarotto, "Specchietti per le allodole"

lunedì 20 settembre 2010

Un anno di attività parlamentare PD: Gennaio 2010


Il nostro impegno per una legge mite sul testamento biologico si scontra con l’arroganza di Lega e Pdl. La battaglia sulla drammatica condizione nelle carceri.


  • Testamento biologico: La nostra battaglia per una legge umana
    Nel mese di gennaio è entrata nel vivo in commissione Affari sociali la discussione sulla legge sul biotestamento. La maggioranza ha tenuto un atteggiamento di arrogante chiusura riproponendo il testo Calabrò, approvato al Senato, che nega in modo crudele l’autodeterminazione dei pazienti e non tiene conto delle richieste avanzate dai medici per modificare la legge. Il Pd ha presentato le proprie proposte con un pacchetto di emendamenti a cui si è arrivati dopo un approfondito confronto nel Gruppo parlamentare. Il punto fondamentale è quello del rifiuto dell’imposizione dell’accanimento terapeutico per legge, come di fatto prevede il testo Calabrò. Il Pd vuole una ‘legge mite’ che non sia di ostacolo all’autonomia e alla responsabilità del medico, che rispetti le scelte del paziente e valorizzi la relazione di fiducia tra paziente, medico, fiduciario e familiari. Per questo proponiamo che la nutrizione artificiale, che è un trattamento assicurato da competenze mediche, sia contenuta nelle dichiarazioni anticipate di trattamento. Siamo comunque riusciti a far approvare un nostro emendamento per garantire le politiche sociali per i cittadini stranieri o apolidi.
  • Sud: Governo battuto sulla nostra mozione
    Governo battuto in aula sulla nostra mozione per favorire l’occupazione nel Mezzogiorno su cui il governo, che di fatto aveva azzerato ogni intervento a favore del Sud sia in termini di risorse che di strumenti, aveva espresso parere contrario. La mozione approvata ha impegnato il governo a reintegrare le risorse impegnate del Fas (Fondo Aree Sottosviluppate) per destinarle a un programma mirato al rilancio del tessuto produttivo del Mezzogiorno e conseguentemente dei livelli occupazionali ripristinando a tal fine un meccanismo di fiscalità di sviluppo concreto ed efficace quale è l’automatismo del credito d’imposta per i nuovi investimenti nel Mezzogiorno.
  • Nostra mozione su “Basilea 2”: Sostenere il credito alle Pmi
    Il fallimento della Lehman Brothers, avvenuto nel settembre del 2008, è assunto come simbolo dell’inizio della crisi finanziaria mondiale. Da allora il governo non è stato in grado di prendere provvedimenti significativi per facilitare il rapporto fra banche ed imprese. Le difficoltà del sistema creditizio si sono scaricate pesantemente sul nostro sistema economico. Abbiamo chiesto al governo, con una nostra mozione, di promuovere in tutte le sedi internazionali la rapida conclusione del processo di revisione del trattato di ‘Basilea 2’ e di assumere iniziative per costituire un fondo di garanzia pubblico sui finanziamenti a medio e lungo termine concessi dalle banche alle piccole e medie imprese.
  • Afghanistan: Documento Pd per uno sbocco politico
    In Afghanistan l’opzione militare non basta: la nostra mozione, approvata dall’aula, ha chiesto la definizione di una nuova strategia della presenza internazionale nell’area, dove l’Italia è presente con un proprio contingente militare, spostandola sul terreno politico e socio-economico. Non abbiamo detto no ad un maggiore impegno, ma abbiamo sottolineato che il nodo resta quello di uno sbocco politico della vicenda.
  • Carceri: Sì alla mozione, ma il piano del governo ancora non c’è
    È stata approvata la nostra mozione sulla situazione del sistema carcerario italiano. Abbiamo chiesto al governo di intervenire rapidamente per superare l’emergenza umanitaria determinata dal drammatico grado di sovraffollamento delle carceri e per rivalutare le misure alternative e per ridurre le pene per chi commette reati di lieve entità. Avevamo chiesto anche la rapida approvazione del piano carceri e le risorse necessarie per una dotazione di polizia penitenziaria efficace e per l’assunzione di un congruo numero di psicologi. Ad oggi, il governo non ha ancora dato risposte concrete.
Per chi vuole saperne di più sul gruppo parlamentare PD: http://www.deputatipd.it/

giovedì 16 settembre 2010

Massimo Bolla convoca la prima riunione della Commissione comunale sui rifiuti

E’ stata convocata [ieri], alle 12, in Comune a Taggia, la Commissione speciale sui rifiuti. Un organismo che seguirà da vicino le vicende legate all’insediamento dell’impianto di smaltimento provinciale nel territorio di Taggia e che riunisce insieme maggioranza e minoranza con presidente Massimo Bolla, capogruppo del Centrosinistra e all’opposizione.
Un «inciucio»? Non proprio. Ci si è resi conto di essere tutti sulla stessa barca e se l’Amministrazione non aveva avversato l’impianto provinciale ora nessuno vuole la discarica di servizio.
«Questo primo incontro – osserva Bolla – servirà a definire funzioni e funzionamento della commissione. Poi entreremo subito nel tema. Personalmente, come noto, non ho condiviso il modo in cui la maggioranza ha gestito l’intera vicenda, a partire dall’assenso alla realizzazione dell’impianto nel nostro territorio, concesso troppo facilmente, senza richiedere le dovute garanzie, al più recente tema della discarica di servizio».
I lavori della commissione saranno però liberi da schemi preconcetti. «Non vi è solo il tema dell’impianto – dice ancora Bolla – ma la parte probabilmente più delicata sarà quella transitoria in cui l’impianto non ci sarà ancora e la discarica attuale non ci sarà più. E’ evidente, infine, che per il nostro comune, il tema dei rifiuti è “Il Tema”. Le scelte che saranno fatte condizioneranno pesantemente il nostro territorio per i decenni a venire e, quindi, devono imperativamente essere condivise».

[Fonte: "La Stampa"]

"Non siamo tutti così"

Anche Luca Napoli, segretario dei Giovani Democratici di Taggia e la Valle Argentina condanna l'episodio delle scritte xenofobe comparse sulla serranda della macelleria islamica. Queste le sue dichiarazioni:

"In merito alle infamanti scritte xenofobe rinvenute questa mattina sulla serranda della macelleria islamica del sig. Mohammed Nouri, il circolo Giovani democratici di TAGGIA e la sezione A.N.P.I., esprimono la loro indignazione e profonda preoccupazione per questi atti che non esitiamo ad etichettare come fascisti!
Nell'ultimo periodo questi episodi, che sfuggono ad ogni controllo, si stanno moltiplicato, sintomo di grave sconfitta sociale e culturale. I cittadini di Taggia, dovrebbero indignarsi e condannare fermamente questi atti che minano i percorsi integrativi di comunità come quella marocchina, ma anche come le numerose albanesi, rumene, algerine ecc. - spiega Napoli - Comunità che provano con il duro lavoro di ogni giorno a ritagliarsi un piccolo spazio nei paesi. I GD e l'A.N.P.I. sono sempre dalla parte di chi lavora, qualsiasi sia il colore della sua pelle o il Dio che venera!
Ricordiamo che tali fatti, non sono nuovi nel nostro comune, dove si prende di punta chi è diverso, o chi la pensa diversamente da noi. Scritte odiose come "25 Aprile, Lutto Nazionale", o "Porci via, Raus Kaput" non dovrebbero esistere in un paese con la nostra Costituzione e leggi come quella sull'apologia del fascismo, che è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"), anche detta "legge Scelba", che all'art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque 'fa propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità' di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque 'pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche'. Una semplice ricerca su wikipedia, potrebbe aprire gli occhi a molti e tarpare le ali a tanti. I nostri gruppi sono vicini a questi Lavoratori, ai quali chiediamo di mollare mai. Non siamo tutti così."

La scuola pubblica che vogliamo: Pubblica, Aperta e di Qualità


Per tornare a crescere, l’Europa chiede all’Italia di raggiungere due obiettivi entro il 2020:

  • dimezzare il tasso di dispersione scolastica;
  • triplicare il numero di laureati.
  • Per questo l’Italia ha bisogno di una scuola che non lasci nessuno indietro.

LE NOSTRE PROPOSTE

  • Investire nella scuola dell’infanzia per tutti i bambini e le bambine del Paese.
  • Valorizzare la scuola primaria che il Governo ha distrutto, in particolare, i modelli educativi del tempo pieno e del modulo a 30 ore con le compresenze.
  • Innovare la scuola media e superiore partendo dalle buone pratiche didattiche sperimentate dalle scuole autonome.
  • Combattere la dispersione scolastica e l’abbandono.
  • Alzare i livelli di apprendimento degli studenti.
  • Alle superiori, istituire un biennio unitario e un triennio di indirizzo, per consentire ai ragazzi di compiere scelte più consapevoli per il proprio futuro.
  • Scuole aperte tutto il giorno e tutto l’anno, per far diventare la scuola il cuore pulsante di interi quartieri e di intere comunità locali.

PER REALIZZARE UNA SCUOLA COME QUESTA, DOBBIAMO:

  • Rinnovare l’edilizia scolastica, soprattutto nel Mezzogiorno, utilizzando i Fondi per le Aree Sottoutilizzate.
  • Introdurre un nuovo modello di governo della scuola per dare più forza all’autonomia scolastica e alla capacità di programmazione delle autonomie locali, più rappresentanza agli organi collegiali democraticamente eletti.
  • Investire sulla formazione degli insegnanti.
  • Istituire un sistema di valutazione che aiuti le scuole a crescere e migliorare i livelli di apprendimento degli studenti e sappia valorizzare, non punire, i diversi percorsi di carriera degli insegnanti.

  • CON I TAGLI ALLA SCUOLA IL GOVERNO BERLUSCONI UCCIDE IL FUTURO DEL PAESE
  • IL GOVERNO BERLUSCONI TOGLIE 8 MILIARDI DI EURO ALLA SCUOLA IN TRE ANNI.
  • LASCIA A CASA 175.000 INSEGNANTI E DIPENDENTI DELLA SCUOLA PUBBLICA.
  • CON LA CRISI ECONOMICA, INVECE DI SOSTENERE IL LAVORO, IL GOVERNO COMPIE IL PIÙ GRANDE
  • LICENZIMENTO DI MASSA DELLA STORIA ITALIANA

LE CONSEGUENZE IMMEDIATE

  • Classi sovraffollate (fino a 33 alunni) in violazione ad ogni norma di sicurezza.
  • Migliaia di bambini e bambine senza scuola dell’infanzia.
  • Studenti con disabilità senza sostegno.
  • Tempo pieno con le compresenze, riconosciuto in Europa come eccellente, eliminato.
  • Meno ore di lezione per ogni ordine di scuola: dalla primaria al termine dell’obbligo i nostri ragazzi avranno frequentato l’equivalente di due anni di scuola in meno.
  • Alle superiori, taglio indifferenziato delle sperimentazioni.
  • Meno laboratori e insegnanti tecnico pratici.
  • Senza collaboratori scolastici, bambini in stato d'abbandono fuori dall'aula.
  • Abbassamento, di fatto, dell’obbligo d’istruzione a 15 anni come in Grecia, Cipro e Portogallo.

LE CONSEGUENZE FUTURE

  • Aumento della dispersione e dell’abbandono scolastico.
  • Incremento dei divari sociali e delle disuguaglianze.
  • Meno conoscenza per tutti, Paese più povero e meno competitivo.
IL GOVERNO TAGLIA 8 MILIARDI DI EURO ALLA SCUOLA MA SPRECA RISORSE
  • 175 MILIONI DI EURO è l’evasione fiscale di Mondadori, sanata dalla legge ad aziendam;
  • 20 MILIONI DI EURO per istituire la Mini Naia
  • 12 MILIARDI DI EURO per l’acquisto di 131 cacciabombardieri;
  • 168 MILIONI DI EURO per i vaccini influenzali inutilizzati per la HN1
  • 10 MILIARDI DI EURO sottratti al Fisco in due anni, avendo eliminato , e solo ora in parte reintrodotto, le misure del Governo Prodi per la lotta all’evasione fiscale;

mercoledì 15 settembre 2010

Solidarietà al macellaio vittima di scritte razziste


Scritte xenofobe su una macelleria islamica di viale Mazzini a Taggia. Le ha trovate Mohammed Nouri, 50enne di origine marocchina che vive ad Imperia da 20 anni, con moglie e due figli. L’uomo, dopo circa 20 anni di vari lavori come muratore, bracciante in campagna ed altro, ha deciso di aprire una piccola attività nel capoluogo della Valle Argentina e, da sei mesi ha iniziato i lavori all’interno dell’esercizio.
Porci via, Raus Kaput”, questa la scritta che questa mattina Mohammed ha trovato sulla serranda del negozio.
[Fonte: Sanremonews]

Esprimiamo la nostra solidarietà al signor Mohammed Nouri vittima di un indegno atto teppistico che non esitiamo a definire fascista. Da qualche tempo assistiamo a questa escalation di episodi razzisti/nostalgici che si manifestano in scritte apologetiche di una delle pagine più brutte della nostra storia quale quella del 'Ventennio'. Come circoli PD di Arma-Castellaro e Taggia-Valle Argentina auspichiamo una maggiore vigilanza affinché certi episodi non abbiano a ripetersi.

Un anno di attività parlamentare PD: Dicembre 2009

Passa la manovra. Per noi è iniqua e insufficiente: i fatti ci daranno ragione. Ancora un salvataggio per il sottosegretario Cosentino.


  • Finanziaria
    Il governo prima aveva annunciato una Finanziaria “light”, poi grandi misure sull’Irap, alla fine non c’è stata né l’una né l’altra cosa, ma solo una serie di norme confuse e prive di visione strategica. Sono state fatte scelte che non hanno dato stimoli all’economia, sia sul piano degli investimenti che su quello dei consumi. È stata persa un’occasione per contrastare una crisi lunga e profonda. Noi invece abbiamo fatto una scelta precisa: abbiamo proposto una ‘contro-manovra’ mettendo al centro lavoro, imprese e famiglie. La richiesta dell’ennesimo voto di fiducia sulla Finanziaria 2010 ha trovato la nostra ferma opposizione. Ancora una volta, infatti, il governo ha blindato un importante provvedimento economico fuggendo ad un confronto di merito, quasi che le nostre proposte per affrontare l’emergenza fossero pericolose. Al contrario, l’atteggiamento dell’opposizione unita è stato assolutamente responsabile, anche per togliere ogni pretesto, alla fiducia: abbiamo ridotto gli emendamenti e abbiamo garantito tempi certi per l’approvazione finale. Porre la fiducia è servito ad evitare un dibattito e un confronto seri di fronte alla peggiore crisi economica e sociale del dopoguerra. Passa la manovra. Per noi è iniqua e insufficiente: i fatti ci daranno ragione. Ancora un salvataggio per il sottosegretario Cosentino. Con la fiducia un nuovo passo per indebolire il ruolo delle Camere
  • Decreto dirigenti scolastici Scongiurato il collasso degli istituti
    Grazie al nostro intervento è stato corretto il cosiddetto decreto salva precari e si è impedito lo sconquasso delle nostre scuole. Un settore già messo a dura prova dai tagli imposti dal governo e che senza il nostro contributo sarebbe andato inevitabilmente in tilt: più di un terzo dei presidi avrebbero dovuto occuparsi contemporaneamente di due istituti collocati in comuni o province diverse. Mantenere agli attuali presidi le funzioni presso le scuole fin qua dirette ha messo al riparo le scuole da ulteriori guai.
  • La morte di Stefano Cucchi Il governo in aula non chiarisce sulle responsabilità
    Le foto di Stefano Cucchi, un giovane romano morto in ospedale mentre si trovava in stato di arresto, entrano in ogni casa. Il suo volto è sfigurato dalle percosse, ancora oscure le cause di un decesso che non sembra affatto naturale. Il governo non cerca le cause, si preoccupa più di umiliare la storia di Stefano e della sua famiglia: il sottosegretario Carlo Giovanardi incarna questo cinismo affermando che ‘quel ragazzo è morto perché anoressico e drogato’. Abbiamo denunciato in aula la gravità di queste posizioni e abbiamo chiesto al governo di spiegare i tanti lati oscuri di questa vicenda, a cominciare dal fatto che i genitori non hanno potuto vedere il loro Stefano.
  • Caso cosentino La maggioranza salva il sottosegretario
    Dopo che il Tribunale di Napoli ha emesso l’ordinanza di arresto nei confronti del deputato Nicola Cosentino, sottosegretario per l’Economia e le Finanze con delega al Cipe, abbiamo immediatamente presentato una mozione di sfiducia. Indipendentemente dalla responsabilità penale (si contestava il concorso esterno in associazione di stampo camorristico) abbiamo sostenuto che evidenti ragioni di opportunità e di precauzione avrebbero dovuto indurre il governo ad evitare che una persona a cui è contestato un delitto così grave, possa continuare ad esercitare le proprie funzioni di governo in un ruolo tanto rilevante. Maggioranza e governo hanno fatto quadrato e bocciato la nostra richiesta. Le dimissioni, pochi mesi dopo, confermano la validità della nostra richiesta di verità
Per chi vuole saperne di più sul gruppo parlamentare PD: http://www.deputatipd.it/

venerdì 10 settembre 2010

Un anno di attività parlamentare PD: Novembre 2009


Di fronte alla tragedia dei migranti la destra chiude gli occhi e conferma il suo isolamento internazionale.


  • Migranti: I respingimenti provocano tragedie, ma la destra rivendica le sue scelte
    La politica dell’immigrazione di Berlusconi e Maroni ha dato i suoi frutti “amari”: barconi di disperati vengono respinti dalla nostre coste. Impossibile verificare chi tra loro ha diritto allo status di rifugiato. Il governo rivendica questa scelta e diffonde dati entusiastici sul numero di immigrati ai quali è stato impedito di toccare terra: la triste contabilità del ministero dell’Interno indica un calo di arrivi del 92 per cento. Ma non dice che l’anno precedente il 75 per cento degli immigrati giunti sulle nostre coste era richiedente asilo. In questo quadro drammatico abbiamo chiesto al governo di confrontarsi con una mozione che, insieme a quelle presentate dagli altri gruppi di opposizione, puntava il dito contro la pratica dei respingimenti in mare dei migranti. Il governo però, anziché confrontarsi con le nostre ragioni, le stesse di larga parte della società civile, ha espresso parere negativo e la maggioranza si è accodata bocciando tutte le proposte. Il nostro testo avanzava forti dubbi sulla conformità dei respingimenti alla normativa internazionale e comunitaria e impegnava il governo ad assicurare maggiori garanzie agli immigrati. Sui respingimenti, l’Italia aveva dovuto fare i conti anche con un richiamo dell’Unione europea, che aveva affermato con chiarezza la necessità che la protezione delle frontiere dovesse essere attuata insieme alla protezione delle persone a rischio.
  • Clima: Al vertice di Copenaghen l’Italia non ha svolto un ruolo da protagonista
    L’approvazione in aula della mozione sulla lotta ai cambiamenti climatici ha rappresentato un segnale forte e positivo per il vertice europeo di Copenaghen. Abbiamo espresso un parere favorevole sulla mozione bipartisan che ha impegnato il governo a trovare, nella sfida ambientale, un’occasione per rinnovare la società e l’economia, svolgendo un ruolo da protagonista all’interno delle politiche europee, attraverso un impegno significativo sul tema dell’efficienza energetica e dello sviluppo di energie rinnovabili. Ma di tutto questo l’Italia non ha detto nulla a Copenaghen.
  • Nave dei veleni: Mozione bipartisan, un bel segnale
    È stata approvata all’unanimità in aula la mozione bipartisan promossa dal Pd sulle navi cariche di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane. La mozione ha impegnato il governo a proseguire con il massimo impegno nell’attività di identificazione dei relitti sospetti e di verifica dell’eventuale esistenza di carichi nocivi per la salute pubblica o per l’ambiente, fornendo le risorse finanziarie e tecnologiche necessarie a far luce su queste gravissime vicende.
  • Settore agroalimentare: Dal governo una scatola vuota
    Ci siamo opposti a un provvedimento del governo sul settore agroalimentare che è stato mano a mano spogliato fino a divenire una scatola vuota, un generico palliativo, del tutto inefficace a rilanciare la competitività del sistema agroalimentare nazionale.
  • Crisi economica: Le idee del Pd per sostenere i redditi da lavoro e le pensioni
    Nel 2009 la recessione conseguente alla crisi finanziaria internazionale ha colpito l’Italia pesantemente. La politica economica del governo si è mossa in modo tale da non riuscire a contrastarla ed anzi aggravandola. Abbiamo proposto, con una nostra mozione, delle misure per sostenere i redditi più bassi che hanno sofferto più di altri l’erosione del potere di acquisto, ma questa preoccupazione non è stata mai condivisa da maggioranza e governo
  • Decreto e mozione scuola: Le nostre proposte per la stabilizzazione dei precari
    Contro l’inutile decreto del governo abbiamo presentato una mozione parlamentare sui precari della scuola per dedicare una specifica sessione parlamentare a quello che sempre più sta divenendo il vero dramma del nostro sistema d’istruzione. Il governo ha però tirato dritto e si è rimangiato molte delle sue promesse, a partire dalla bocciatura delle nostre proposte per stabilizzare i precari e regolarizzare anche chi finora era stato assunto con contratti a tempo determinato. La politica dei tagli, abbiamo detto, va radicalmente ripensata.
Per chi vuole saperne di più sul gruppo parlamentare PD: http://www.deputatipd.it/

mercoledì 8 settembre 2010

I cattivi maestri hanno ottimi allievi

Dopo le cacciate preventive di Dell'Utri e Schifani e relative irresponsabili giustificazioni arriva il turno di Bonanni:
Bonanni fischiato a festa del Pd
Bersani: "Atto di vera violenza"
Contestato e colpito da un fumogeno, il segretario della Cisl ha abbandonato la sala Bobbio senza tenere il suo dibattito. Turbato il sindacalista: "Sono stato oggetto di un'aggressione squadrista". Tra i contestantori alcuni esponenti dei centri sociali. Letta: "Responsabilità della questura"

martedì 7 settembre 2010

Un anno di attività parlamentare PD: Settembre/Ottobre 2009

La Camera riapre dopo la pausa estiva e governo e maggioranza si presentano: scudo per gli evasori e no all’aggravante per i reati di omofobia.
  • Terremoto dell'Aquila
    Alla ripresa dell’attività parlamentare dopo la pausa estiva abbiamo presentato una mozione per chiedere al governo di attivarsi a favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma dell’aprile 2009. In particolare chiedevamo al governo, prima di tutto, di riferire sullo stato di attuazione della complessiva opera di ricostruzione abitativa; di assumere iniziative per la tutela delle attività produttive sospese per il terremoto; di prendere iniziative volte a prorogare la sospensione del versamento delle tasse, prevedendo per la restituzione un trattamento analogo a quello previsto per i terremotati di Marche e Umbria. Con la mozione chiedevamo anche di prevedere un incremento delle risorse per finanziare l’istituzione della zona franca urbana e di predisporre, ai fini della trasparenza, la pubblicità dell’elenco dei fornitori, comprensivo dell’oggetto della fornitura e del relativo importo, dello stato delle somme erogate e dei relativi beneficiari, degli interventi programmati e dello stato di realizzazione delle opere. La mozione è stata approvata dall’aula di Montecitorio all’unanimità. Ma nei mesi successivi questi impegni sono stati tutti disattesi dal governo della destra.
  • Pari opportunità: Bocciata la legge contro l’omofobia
    Abbiamo lavorato fattivamente per una legge contro l’omofobia, ma la maggioranza, all’ultimo momento, ha cambiato idea e ha bocciato la nostra proposta per introdurre nell’ordinamento italiano un’aggravante per quei reati riguardanti i delitti non colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commessi con finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa. Un’occasione persa che rende ancora più grave questo ingiustificato vulnus legislativo.
  • DL anticrisi: Il governo ha trasformato l’Italia in un paradiso fiscale
    Nonostante la nostra ferma opposizione il governo ha blindato con il voto di fiducia l’approvazione dello scudo fiscale contenuto nel decreto correttivo del Dl anticrisi, garantendo l’impunità agli evasori. Il provvedimento, che portava la firma del ministro Tremonti, ha fatto entrare qualche euro in più per puntellare il buco nei conti dello Stato, facendo però a pezzi la legalità e rendendo più iniquo il nostro sistema fiscale.
  • Mozione Sardegna: La destra dice no allo stop alla legge regionale che non tutela il paesaggio
    È stata bocciata dalla maggioranza la nostra mozione contro la legge della Regione Sardegna del 16 ottobre 2009 che, in attuazione del Piano casa, prevede pesanti deroghe alle norme statali e costituzionali per la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici.
  • Servizi pubblici: locali Una mozione contro la deregulation
    L’aula ha bocciato la nostra mozione sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali per evitare la mercificazione di settori importantissimi per la qualità della vita dei cittadini. La maggioranza ha fatto quadrato ed ha così approvato un testo che spinge il Paese verso una errata deregolamentazione e privatizzazione dei trasporti pubblici, dell’erogazione dell’acqua, della luce e della pulizia delle nostre città.
  • Made in Italy: Approvata all’unanimità la legge sulla tracciabilità dei prodotti italiani
    La legge approvata all’unanimità prevede l’etichettatura obbligatoria delle merci in modo da dare piena informazione al consumatore. È un modo anche di difendere e valorizzare l’apparato economico italiano fatto in gran parte da piccoli imprenditori e artigiani. Costruire la tracciabilità significa anche sollecitare l’imprenditoria italiana a sfruttare la carta della qualità e della trasparenza.
  • Cooperazione: Il governo dice sì all’aumento dei fondi e poi non rispetta l’impegno
    È stata votata all’unanimità, con l’approvazione del governo, la nostra mozione per destinare nuovi fondi alla cooperazione allo sviluppo. Abbiamo chiesto almeno 500 milioni di euro per il 2010: abbiamo presentato successivamente, in ogni provvedimento utile, specifici emendamenti per far rispettare l’impegno assunto alla Camera. Il governo però è sempre andato in direzione contraria.
Per chi vuole saperne di più sul gruppo parlamentare PD: http://www.deputatipd.it/

lunedì 6 settembre 2010

Arlacchi lascia l'IDV: "chi zittisce gli avversari distrugge la credibilità di ogni lotta per la legalità"

Pino Arlacchi decide di autosospendersi dall'IDV con cui era stato eletto all'Europarlamento. La goccia che, per quanto riguarda il sociologo amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tra le figure di spicco dell'antimafia, ha fatto traboccare il vaso è stata la contestazione a Renato Schifani avvenuta sabato alla Festa nazionale del Pd, ma soprattutto sulle dichiarazioni rilasciate subito dopo da Antonio Di Pietro a sostegno dei manifestanti.

«Ho deciso di autosospendermi dal partito. Così non si può andare avanti: la deriva estremista di Di Pietro e dell'IDV mi preoccupa da tempo, ma questa sua ultima presa di posizione mi ha spinto ad autosospendermi.
Sono lontano anni luce da Renato Schifani, mi batto da una vita contro gli ambienti geopolitici da cui proviene il presidente del Senato. Non l'avrei invitato a nessun dibattito, inutile dirlo. Però - e qui è il punto - fino a che non ci saranno prove certe emerse da procedure democratiche e nel pieno rispetto dei suoi diritti costituzionali, Schifani non può essere etichettato e additato al pubblico ludibrio come mafioso e non può essere né insultato né zittito. Se si trova in un'occasione pubblica ha il diritto di parlare. Vale per qualunque cittadino. Chi ignora queste cose, distrugge la credibilità di ogni lotta per la legalità.
Non mi piace questo tipo di antimafia intollerante e demagogica. Primitiva, direi. Che nulla ha a che fare con quella storica. Se c'è un merito del movimento antimafia italiano, me lo lasci dire, è quello di aver sempre rifiutato qualunque forma di protesta violenta e incivile. Dalla sua nascita, negli Anni 40, fino a quando negli Anni 90 è diventato movimento di massa, era ben presente un filo comune: nessuna concessione alla violenza fisica e verbale. È sempre stato un movimento democratico guidato da persone illuminate che hanno saputo incanalare la giusta incazzatura della gente nell'alveo democratico.
Il contrario di questo nuovo metodo di farsi giustizia da sé. Un'autogiustizia primitiva e inaccettabile. Perché mai, neanche nei momenti più difficili, abbiamo pensato di privare dei suoi diritti un criminale. Abbiamo saputo costruire dei miracoli come il maxiprocesso senza torcere un capello ai mafiosi. Questo è il grande patrimonio dell'antimafia che bisogna maneggiare con cura. I ragazzi con le agende rosse? Non li capisco. Anche perché probabilmente Paolo Borsellino non aveva proprio nulla di segreto in quella sua agendina: lui e Giovanni Falcone odiavano i diari, è noto. Ma indipendentemente da questo, a chi sta protestando dico: continuate ad arrabbiarvi e manifestare, però nel rispetto delle regole e della democrazia. E leggete più libri, oltre ai giornali e agli atti giudiziari.
Invito Di Pietro a cambiare rotta: il rischio è che diventi un cattivo maestro. I partiti hanno una responsabilità nell'educazione politica alla quale non ci si può sottrarre. Invece Di Pietro non lo riconosco più. Mani pulite è stato un altro grande esempio di democrazia che si è fatta sentire. Però i processi non si sono mai svolti su Facebook e sui giornali ma nei tribunali. Il perché di questa trasformazione del leader idv la intravedo nel timore che forse ha di Beppe Grillo e dei suoi consensi. In modo ingiustificato, secondo me. Inseguire quelle posizioni estreme, gliel'ho detto più volte, non paga. E allontana il progetto di rendere l'Idv un grande partito di popolo capace di parlare a tutti. Si sta cacciando in un cul de sac. Per questo mi autosospendo. E finché non vedo un'inversione di rotta non torno indietro».
Leggi l'articolo del Corriere della Sera 
Per saperne di più su Pino Arlacchi:

domenica 5 settembre 2010

Imparare dai giovani


Le proteste nei confronti di Dell'Utri sono un segnale positivo, nonostante si cerchi di sminuire l'accaduto con le solite analisi all'italiana. La presa di coscienza della popolazione è sempre più forte. E se personaggi come Dell'Utri vengono cacciati a suon di fischi dalle piazze, forse il risveglio sociale non è poi così lontano. C'è ancora un'Italia capace di indignarsi. Ed è proprio da qui che si deve ripartire.Iniziamo a zittire quelli come Dell'Utri in tutte le piazze d'Italia, perché non è lì che dovrebbero stare, ma in galera.
[Antonio Di Pietro, 60 anni]

Le ho lette venti volte [le parole di Di Pietro]. E ho pensato che qualcosa non va. Perché la contestazione è giusta. La contestazione sistematica e organizzata, un po' meno. Andare piazza per piazza a zittire chi dice cose che tu non pensi è squadrismo.
[Enrico, 18 anni]

sabato 4 settembre 2010

Cosa fa il PD in parlamento?

Il luogo comune del commento politico accusa sempre l'opposizione per la troppa inerzia. Per contrastare questa opinione (ahinoi) abbastanza diffusa il gruppo parlamentare del PD ha pubblicato un dossier in cui è riportato il risultato di un anno di attività parlamentare.
I dati sono inconfutabili: sono facilmente verificabili dal sito della Camera dei Deputati.
Il primo è quello delle percentuali di presenza in aula: un dato in cui di solito hanno la prevalenza le forze di maggioranza (poiché vengono conteggiate come presenza anche le missioni) ma che vede il gruppo del PD saldamente presente e attivo in aula.

Ma essere presenti non sempre è un indice attendibile di vivace attività: per interpretare l'attività di un gruppo è più utile leggere il numero di votazioni a cui ha preso parte. Ecco che le percentuali rivelano chi veramente mantiene l'impegno con i propri elettori: vediamo nel seguente grafico il gruppo del Partito Democratico prevalere con l' 81,8 % delle presenze alle votazioni seguito dall Lega Nord (81%), PDL (73,1%), UDC (72,4%) e IDV (72,2%).


Non c'è dubbio sull'impegno assiduo e i risultati?
Beh salta all'occhio il numero di volte in cui la maggioranza è stata battuta in aula: 53 volte. E questo nonostante la forte prevalenza numerica della coalizione di centro-destra.
Si segnalano vittorie significative come l'annullamento decreto salva-liste e la pregiudiziale di incostituzionalità su un decreto che avrebbe aiutato l'abusivismo in Campania.

Certo può sembrare poco ma bisogna considerare che solo 25 leggi su 175 approvate erano di iniziativa parlamentare le altre di iniziativa governativa.

Quelle nate in Parlamento non hanno quasi mai grande rilievo e raramente prevedono spesa. Si tratta nella gran parte dei casi di leggi simbolo, come le istituzioni di giornate per celebrare ricorrenze o l’istituzione di commissioni d’inchiesta. Spesso (in 18 casi su 25) sono state approvate senza passare per l’aula, con il sistema della sede legislativa in commissione. Ancora: il governo ha superato qualsiasi record licenziando ben 65 decreti e chiesto la fiducia 36 volte nelle due Camere.
Di fronte a questo quadro impressionante, testimonianza del tentativo della destra di svilire il Parlamento, il gruppo del PD ha lavorato con serietà e passione per proporre nuovi progetti per l’Italia e per affermare un’altra idea della politica.

Sarà nostra cura pubblicare a puntate l'intero dossier.
Buona lettura.