Dal blog di Francesco Costa la sintesi di un episodio che rivela il vero modello della strategia politica dei partiti basati sul carisma del leader: lo sciacallo.
Vi ricorderete la storia della legge contro l’omofobia, promossa praticamente in solitaria da Paola Concia, deputata del Partito Democratico. Si proponeva di introdurre un’aggravante per i reati connessi all’omofobia e fu affossata dal centrodestra grazie a una vergognosa eccezione di costituzionalità che paragonava l’omosessualità all’incesto, alla zoofilia e alla necrofilia. Ora l’onorevole Concia ci sta riprovando, ed è stata ammirevole e coraggiosa nel non avere abbassato l’asticella e decidere di puntare su un testo praticamente identico a quello precedente: l’introduzione di un’aggravante per i reati connessi all’omofobia. Invece che sostenere un disegno di legge importante a cui serve già un mezzo miracolo per passare così com’è, l’Italia dei Valori ha deciso di fare una sua proposta, che introdurrebbe pene molto più severe e ha speranze zero di essere approvata (e sorvoliamo sul fatto che si basi su un principio sbagliato, cioè l’estensione della legge Mancino all’omofobia: insomma, il rafforzamento dei reati di opinione). L’obiettivo concreto è uno solo, che non ha niente a che vedere con l’omofobia: accusare il PD, cioè il partito dell’unica deputata a essersi battuta seriamente su questo tema, di essere molle e incerto.
[Fonte: francescocosta.net]
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