sabato 31 luglio 2010

Terzo giorno della Festa Democratica

Stasera terzo giorno della Festa Democratica.
La FESTA DEMOCRATICA 2010 di Taggia si terrà negli spazi dello SFERISTERIO COMUNALE (campo da pallapugno in via San Martino) di Taggia nelle serate del 29, 30, 31 Luglio e 1 Agosto.

Stasera: SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
    Siete invitati a partecipare.

    venerdì 30 luglio 2010

    Stasera Sagra della Capra e Fagioli alla Festa Democratica di Taggia

    Stasera secondo giorno della Festa Democratica.
    La FESTA DEMOCRATICA 2010 di Taggia si terrà negli spazi dello SFERISTERIO COMUNALE (campo da pallapugno in via San Martino) di Taggia nelle serate del 29, 30, 31 Luglio e 1 Agosto.

    Stasera: SAGRA DELLA CAPRA E FAGIOLI; SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
      Siete invitati a partecipare.

      giovedì 29 luglio 2010

      Stasera primo giorno della Festa Democratica

      Stasera primo giorno della Festa Democratica.
      La FESTA DEMOCRATICA 2010 di Taggia si terrà negli spazi dello SFERISTERIO COMUNALE (campo da pallapugno in via San Martino) di Taggia nelle serate del 29, 30, 31 Luglio e 1 Agosto.

      Stasera: SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        Siete invitati a partecipare.

        mercoledì 28 luglio 2010

        Domani inizia FESTA DEMOCRATICA allo Sferisterio Comunale

        Domani primo giorno della Festa Democratica.
        La FESTA DEMOCRATICA 2010 di Taggia si terrà negli spazi dello SFERISTERIO COMUNALE (campo da pallapugno in via San Martino) di Taggia nelle serate del 29, 30, 31 Luglio e 1 Agosto.

        Questo il programma delle quattro serate:

        • 29 LUGLIO: SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        • 30 LUGLIO: SAGRA DELLA CAPRA E FAGIOLI; SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        • 31 LUGLIO: SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        • 1 AGOSTO: FESTA DEI GIOVANI DEMOCRATICI
          • 18:30 dibattito "Rifiuti: analisi e proposte" con Robert von Hackwitz, Giovanni Gandolfo, Riccardo Giordano;
          • 21:00 CONCERTO ROCK con "Quei bravi ragazzi" e "Speremu Band"
            Birra, patatine e rostelle per tutta la serata.
        Siete invitati a partecipare.

        lunedì 26 luglio 2010

        Giordano: "Sulla ndrangheta non bisogna far finta di nulla"


        Il panorama che emerge dalle indagini della magistratura sugli intrecci tra politica e ‘ndrangheta, tra personaggi di spicco e cosche malavitose, grazie soprattutto a quelle intercettazioni che il governo Berlusconi vorrebbe vietare per legge e cancellare con un colpo di spugna, spalanca anche nella nostra provincia scenari inquietanti e di una gravità allarmante. E’ per questo motivo che il Partito Democratico ha, con grande insistenza, voluto e ottenuto di portare il tema della sicurezza e della legalità nel prossimo consiglio provinciale per lanciare una campagna di sensibilizzazione a 360 gradi e avviare tutte quelle iniziative necessarie a combattere le infiltrazioni del clan del malaffare.
        Anche la provincia di Imperia si rispecchia nel detto popolare che dietro ogni grande fortuna si nasconde un delitto. Tocca ora alla magistratura il compito di fare luce su fortune e grandi successi elettorali. E qui occorre trasparenza e collaborazione con i giudici per analizzare gli episodi che hanno caratterizzato gli ultimi avvenimenti in Riviera. La situazione impone che tutte le forze sane della politica, della società civile, delle istituzioni facciano quadrato per isolare i personaggi del malaffare e arginare un fenomeno che rischia di minare ogni possibilità di crescita e sviluppo del nostro vivere civile e del nostro futuro economico. La Provincia può esercitare un ruolo importante nella predisposizione di protocolli e procedure da mettere a disposizione di tutte le amministrazioni locali per arginare il fenomeno delle infiltrazioni negli appalti pubblici e nel rilascio delle licenze relative a quelle attività, come le sale gioco o i locali di intrattenimento, che sono spesso utilizzate dalle cosche per i loro malaffari. Di fronte a tutto quello che è stato accertato nel nostro ponente, di fronte al pericoloso intreccio tra politica e personaggi della malavita organizzata, serve una presa di coscienza chiara, senza riserve, senza distinguo, e serve levare una voce forte di contrasto che deve partire dalle principali istituzioni del territorio. Non si può far finta di niente e andare avanti tranquillamente. Il tempo è scaduto.

        [Fonte: Sanremonews]

        domenica 25 luglio 2010

        FESTA DEMOCRATICA 2010


        Anche quest'anno i circoli del PD di Taggia e Arma organizzano la FESTA DEMOCRATICA. È un'occasione per incontrarci, per passare piacevoli serate e scambiare qualche parola.
        La FESTA DEMOCRATICA 2010 di Taggia si terrà negli spazi dello SFERISTERIO COMUNALE (campo da pallapugno in via San Martino) di Taggia nelle serate del 29, 30, 31 Luglio e 1 Agosto.

        Questo il programma delle quattro serate:
        • 29 LUGLIO: SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        • 30 LUGLIO: SAGRA DELLA CAPRA E FAGIOLI; SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        • 31 LUGLIO: SERATA DANZANTE con i Baila Band. Ottima cucina con primi piatti, totani, rostelle e carne alla brace. Cremeria e bar.
        • 1 AGOSTO: FESTA DEI GIOVANI DEMOCRATICI
          • 18:30 dibattito "Rifiuti: analisi e proposte" con Robert von Hackwitz, Giovanni Gandolfo, Riccardo Giordano;
          • 21:00 CONCERTO ROCK con "Quei bravi ragazzi" e "Speremu Band"
            Birra, patatine e rostelle per tutta la serata.
        Siete invitati a partecipare.

          mercoledì 21 luglio 2010

          Viale delle Palme finalmente illuminato

          Finalmente dopo alcuni anni quasi completamente al buio gli abitanti e i commercianti del Viale delle Palme possono tirare un sospiro di sollievo. E’ stata installata la nuova illuminazione, che si va ad aggiungere ai punti luce nell’importante viale al centro di Arma di Taggia. Dopo due anni Massimo Bolla, consigliere del centrosinistra, ha vinto la sua battaglia, iniziata con una mozione e proseguita con tre interrogazioni.
          «Dopo anni di battaglia – afferma Massimo Bolla – sono contento di constatare che oggi il Viale delle Palme è finalmente illuminato in maniera decorosa. Un altro passo verso il miglioramento del viale che segue la stesa di asfalto per ricoprire buchi e danni vari alla pavimentazione ottenuta nel 2008 e la maggior cura dedicata alla vegetazione e alla pulizia dell’intera area. In questi ultimi due anni ho presentato numerose mozioni e interrogazioni per segnalare le gravi condizioni in cui versa il Viale delle Palme. L’ultima interrogazione era accompagnata da una galleria fotografica proiettata in Consiglio Comunale e poneva l’accento proprio sul problema dell’illuminazione». Il livello di illuminazione finalmente aumentato non risolve tutti i problemi del Viale delle Palme, ma è fondamentale: «Il viale ha adesso un aspetto più decoroso e, cosa ancora più importante, contribuisce a migliorare il livello di sicurezza delle persone che vi si trovano a transitare nelle ore serali. Restano però due punti dolenti, il parco giochi, in pessime condizioni, e il parcheggio della “fossa”, per il quale è stata avviata una pratica di project financing, che non sembra stia riscuotendo l’interesse dei privati».

          [Fonte il Secolo XIX]

          Fiaccolata del 15 luglio: l'intervento di Luigi Sappa



          [Fonte: PD Sanremo]

          martedì 20 luglio 2010

          Rifiuti a Vado: raddoppiano le spese di smaltimento

          A causa del conferimento dei rifiuti fuori provincia i costi di smaltimento saliranno da 99 a 200 € a tonnellata. Ne dà notizia Riviera 24:
          Un rincaro di 100 euro alla tonnellata per una tariffa di smaltimento superiore ai 200 euro a tonnellata è il conteggio emerso per portare i rifiuti della provincia di Imperia nella discarica savonese di Vado Ligure.
          Il computo delle spese: separazione in parte secca ed umida, trasporto e 15 euro a tonnellata come royalty sia al comune di Vado che alla provincia di Savona più le ecotasse avrebbe fatto lievitare oltre a 200 euro la tonnellata l'attuale tariffa di 99 euro la tonnellata più ecotasse che i comuni imperiesi corrispondono per smaltire nel sito di Collette Ozzotto, situato tra Sanremo e Arma di Taggia. La seconda discarica della provincia Ponticelli è al momento sotto sequestro da parte della Procura di Imperia.
          Le nuove tariffe sono oggetto di valutazione da parte dei comuni. Per l'amministrazione di Sanremo l'assessore all'ambiente Antonio Fera ha chiesto una verifica globale sottolineando che se rimanesse invariata costituirebbe un aggravio di quasi tre milioni di euro per la collettività.
          La provincia di Imperia ha firmato l'accordo di programma con la regione Liguria, la provincia di Savona e il comune di Vado Ligure per smaltire al Boscaccio in quanto la Regione Liguria ha di fatto bloccato l'ampliamento delle discariche imperiesi, in attesa di emette una nuova legge regionale che superi gli Ato e restituisca competenza in materia alle province.
          La situazione potrebbe essere sbloccata anche con ordinanze mirate per smaltire  in provincia di Imperia in attesa di indire la gara di appalto per creare l'impianto finale di smaltimento. In linea con il comune di Sanremo anche il comune di Ventimiglia.

          Fiaccolata del 15 luglio: l'intervento di Claudio Burlando



          [Fonte PD Sanremo]

          lunedì 19 luglio 2010

          Solidarietà a Donatella Albano

          La consigliera comunale di Bordighera, Donatella Albano (PD) ha ricevuto nei giorni scorsi un santino di San Michele Arcangelo con il volto parzialmente bruciato. Un’intimidazione? Parrebbe di sì visto che la Albano, per la sua «battaglia» contro le sale giochi che volevano aprire i Pellegrino (quelle per le quali questi ultimi avevano poi minacciato due assessori Sferrazza e Ingenito) aveva già ricevuto una busta con dentro una fetta di limone.

          Come circoli PD di Arma e Taggia esprimiamo solidarietà a Donatella e naturalmente ribadiamo la nostra vicinanza a tutto il gruppo dell'opposizione consiliare.

          Pietro Ichino: il PD fa il suo dovere ma fanno notizia solo gli schiamazzi

          Il senatore Pietro Ichino interviene in risposta ad un editoriale di Luca Ricolfi (pubblicato su "La Stampa") che accusava il PD di scarsa incisività politica.

          Ecco il testo della risposta:
          Caro Direttore,

          su «La Stampa» di venerdì Luca Ricolfi, dopo avere illustrato molto convincentemente meriti e (prevalenti) difetti della manovra finanziaria approvata dalla maggioranza in Senato il giorno prima, ha accennato a quella che gli è apparsa una «imbarazzante inerzia» dell’opposizione in questo passaggio politico. Se riferita ad altre vicende e altre materie, non avrei avuto nulla da obiettare a questa notazione; ma poiché ho partecipato personalmente, come senatore, a questa prima fase della discussione della manovra in Parlamento, posso testimoniare che qui l’opposizione si è fatta sentire vigorosamente con i propri interventi e le proprie proposte di emendamento lungo tutte le cento ore di discussione molto tesa in commissione e in aula; fuori del Palazzo lo ha fatto con i modesti mezzi di comunicazione di cui i partiti di minoranza dispongono; e, in particolare, il Pd lo ha fatto, sia dentro sia fuori del Palazzo, su di una linea in larga parte coincidente con quella esposta dallo stesso Ricolfi nel suo editoriale.
          Così stando le cose, se un opinionista equilibrato e informatissimo come è Ricolfi ha percepito i partiti di opposizione e il Pd in particolare come inerti e afasici anche in questo passaggio politico, le spiegazioni possibili mi sembrano soltanto due. La prima è che lo strapotere televisivo del presidente del Consiglio abbia determinato una sostanziale distorsione dell’informazione sulla vicenda della manovra finanziaria, facendo apparire inerti e afasiche forze politiche che – almeno in questa occasione – non lo sono state affatto. La seconda è che, indipendentemente dallo strapotere televisivo del premier, il meccanismo mediatico faccia sì che venga data notizia soltanto di un’opposizione «dura e pura», «senza se e senza ma», che si manifesta con rifiuti totali e indistinti, magari rafforzati da qualche rissa in Parlamento; quando invece, come ha fatto il Pd sulla manovra di Tremonti, l’opposizione propone ragionamenti, distingue ciò che è condivisibile da ciò che va rifiutato nelle scelte della maggioranza, facendosi carico dei vincoli oggettivi che nel contesto attuale si impongono a qualsiasi governo, allora la cosa non fa notizia; quindi, fuori del Palazzo, finisce coll’essere invisibile. In altre e più semplici parole: se Enrico Morando – invece che guidare in questa battaglia i senatori del Pd con la stessa onestà intellettuale, lo stesso rifiuto della faziosità e lo stesso rigore concettuale con cui Ricolfi fa il suo mestiere di opinionista – avesse urlato insulti e inscenato un tentativo di aggressione al capogruppo di maggioranza in Commissione, o al ministro Tremonti in aula, tv e giornali avrebbero dato a questo fatto un rilievo infinitamente maggiore rispetto a quello (nullo) che è stato dato alle decine di suoi interventi pesantemente e incisivamente – ma non faziosamente – critici sulla manovra, svolti nei giorni scorsi.
          Forse entrambe le spiegazioni colgono un aspetto importante della realtà. In ogni caso, Ricolfi tenga conto del fatto che, se nei giorni scorsi fosse stato lui al posto di Enrico Morando a condurre la battaglia in Senato dai banchi dell’opposizione, anche i suoi interventi sarebbero stati ignorati dai media. Quindi, anche la sua opposizione sarebbe apparsa afasica e inerte.
          [fonte La Stampa]

          POLITICHE PER L'AMBIENTE E CICLO DEI RIFIUTI IN PROVINCIA DI IMPERIA


          Giovedì 22 luglio 2010 ore 21
          Sede provinciale PD – Via S. Giovanni 5 - IMPERIA

          incontro con
          Renata BRIANO
          Assessore Regionale Ambiente

          sul tema
          POLITICHE PER L'AMBIENTE E CICLO DEI RIFIUTI IN PROVINCIA DI IMPERIA

          Partecipano i Consiglieri Regionali:
          • - Giancarlo MANTI ( Vice Capogruppo PD)
          • - Sergio SCIBILIA ( Membro Commissione Ambiente)

          venerdì 16 luglio 2010

          Fiaccolata del 15 Luglio: un reportage della serata

          Bellissima manifestazione quella del 15 Luglio. Un folto corteo che ha sfilato per le vie del centro di Sanremo mostrando la consistenza di quella coscienza civile troppo spesso sopita.

          Un Blogger bergamasco ha ritenuto utile (e con ragione) testimoniare con la propria telecamera questo evento.
          Pubblichiamo il video ospitato da Youtube.

          mercoledì 14 luglio 2010

          Anche il circolo Itinera aderisce alla fiaccolata del 15 Luglio

          Il Circolo Itinera, associazione politico/culturale della provincia di Imperia, costituita nel 1992, sull’onda delle emozioni per il sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino comunica di aderire alla “Fiaccolata per la Legalità” in programma domani sera a Sanremo ed invita i propri aderenti e simpatizzanti a parteciparvi.
          Il tema della legalità vede impegnata da sempre Itinera: lo scorso anno aveva dedicato una serata estiva alla presentazione, da parte del Magistrato di Torino Giancarlo Caselli, del libro “Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia ?”.

          Imperia 14 luglio 2010
          Giovanni Gandolfo
          addetto comunicazione Circolo Itinera

          martedì 13 luglio 2010

          Interrogazione di Roberta Pinotti sulle infiltrazioni mafiose in Liguria

          La senatrice del PD Roberta Pinotti ha rivolto un plauso grandissimo alle forze dell'ordine e alla magistratura per il colpo importante inferto alle attività della 'ndrangheta, ma ammonisce che questa circostanza 'non deve far tirare un sospiro di sollievo circa l'infiltrazione delle 'ndrine in altre regioni del Nord, a partire dalla Liguria, dove la situazione appare piuttosto preoccupante".
          Sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Liguria Pinotti ha presentato un'interrogazione al ministro Maroni per segnalare che l'attività della 'ndrangheta è da tempo provata a Ventimiglia, Lavagna, Sanremo, Rapallo, Imperia, Savona, Sarzana, Taggia e nella stessa Genova, con particolare intensità nella Provincia di Imperia.

          'Negli ultimi due anni - ha aggiunto - si è verificato un aumento di atti intimidatori verso operatori turistici e commerciali, l'ultimo dei quali è l'incendio doloso del 18 giugno scorso che ha distrutto il locale Big Ben di San Remo. Al comune di Bordighera, a fronte di un pesante clima intimidatorio, si sono dimessi tutti gli assessori ed è rimasto in carica solo il sindaco". " dunque evidente - ha concluso la senatrice del Pd - che l'emergenza 'ndrangheta al Nord è ben lungi dall'essere stata sradicata. Occorre un'azione di contrasto, soprattutto nei piccoli centri turistici dove la malavita organizzata sembra trovare terreno fertile per le proprie attività illecite. Per evitare che i cittadini di queste località si sentano abbandonati dallo Stato, mi auguro che il ministro Maroni intraprenda al più presto iniziative efficaci volte a sradicare il crimine organizzato in Liguria ed altrove".

          [Fonte: Riviera24]

          15 luglio: fiaccolata per la legalità

          Sanremo il 15 luglio 2010 ore 21
          fiaccolata per la legalità

          "Accendi la legalità - Spegni le mafie".

          Una risposta forte e chiara all'aggressione della criminalità organizzata contro la Liguria. Giovedì prossimo a Sanremo, lo diranno tutti insieme, cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria, istituzioni, partiti politici. Alle ore 21, infatti, nelle strade della città dei fiori partirà la "Fiaccolata per la legalità": mobilitazione regionale popolare, civile e non violenta in cui brilleranno le torce e le candele di quanti hanno a cuore una società più sicura, libera e trasparente.
          "L'idea dell'iniziativa si è concretizzata a fine giugno, di fronte a all'escalation di eventi criminosi verificatisi nel Ponente ligure e di chiara matrice mafiosa, per dare una risposta corale a questo preoccupante fenomeno. - spiegano Matteo Lupi, Libera Liguria, a nome di tutte le associazioni e i partiti aderenti Perché quando si parla di legalità e di giustizia non devono, né possono esserci, steccati ideologici o politici. Occorre invece creare, senza esitazione, un fronte comune a difesa dei cittadini e delle imprese, le prime a essere colpite dal fenomeno delle infiltrazioni mafiose e ancor più vulnerabili in questo momento di forte crisi economica".

          Assessore Barbagallo "Riattivare aiuti per gasolio agricolo"

          Ripristinare le agevolazioni per il gasolio agricolo e trovare risorse ulteriori per il mantenimento dei benefici contributivi per le aziende in zone svantaggiate e montane. E’ la richiesta inviata dall’assessore all’agricoltura della Regione Liguria, Giovanni Barbagallo alla commissione politiche agricole affinché apra subito un tavolo di confronto con il Governo a sostegno degli agricoltori.

          “Si tratta di due questioni di fondamentale importanza – spiega Barbagallo – per le quali ho chiesto l’inserimento urgente nell’agenda della commissione politiche agricole, formata da tutti gli assessori regionali all’agricoltura e successivamente in sede di confronto con il Governo. Dalla fine del 2009 non è più in vigore infatti l’agevolazione sul gasolio agricolo per il riscaldamento delle serre, revocata dalla Commissione europea e mai ripristinata anche per la totale assenza in merito da parte del Governo”.

          Ogni anno in Liguria si consumano mediamente oltre 20 milioni di litri di gasolio, per il riscaldamento delle serre nel settore florovivaistico. “L’impatto della decisione assunta in sede di Unione Europea – conclude l'assessore regionale – è stato drammatico per i nostri operatori che, con le agevolazioni, avevano potuto affrontare la crescente competitività del settore e la concorrenza dei prodotti a più basso costo di altri paesi”.

          [Fonte: Sanremonews]

          domenica 11 luglio 2010

          Lasciati a piedi

          Con i tagli del governo a Regioni ed Enti locali, saranno decurtati 3,5 miliardi di euro al trasporto pubblico.

          I tagli produrranno danni molto seri, sia al settore che alle famiglie:
          • taglio del 30% dei mezzi di trasporto (utilizzati da 15 milioni di italiani) a rischio 18.000 posti di lavoro;
          • rischio aumento delle tariffe del 50%;
          • forte aumento di spesa per le famiglie, costrette all'uso del mezzo privato;
          • aumento di traffico e inquinamento.


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          sabato 10 luglio 2010

          Festa Democratica a Camporosso

          Prima Festa Democratica del 2010 a Camporosso.
          Si inizia il 16 Luglio con un dibattito sulla dispersione scolastica e si prosegue nelle giornate del 17 e 18 Luglio.


          venerdì 9 luglio 2010

          Questione rifiuti: le ragioni di una scelta

          La decisione di partecipare alla votazione sulla pratica rifiuti (accordo di programma tra Regione Liguria, Provincia di Imperia, Provincia di Savona e Comune di Vado), garantendo il numero legale in Consiglio Provinciale, ha provocato qualche disorientamento e, in taluni casi, malumore, tra le fila del Partito, per cui abbiamo ritenuto necessario rendere comuni le ragioni che hanno portato il gruppo del PD, e la minoranza tutta, a compiere questo tipo di scelta.
          Preliminarmente vorremmo sottolineare, a beneficio soprattutto di quelli che antepongono la vis polemica all’approfondimento sul merito, che la scelta è stata tutt’altro che superficiale e indolore ma frutto di complesse valutazioni che hanno tenuto conto di tutti gli aspetti di natura amministrativa e politica riconducibili alla questione rifiuti.
          Nessuno, crediamo, può ritenersi legittimato a pensare che ci sia stata da parte nostra la volontà di partecipare ad una qualche forma di “inciucio” con la maggioranza, nei confronti della quale, al contrario, abbiamo da subito manifestato forti critiche e portato avanti un attento controllo sugli atti e sulle attività.

          La pratica rifiuti è una pratica molto complessa; dal punto di vista politico si presta a valutazioni riferibili a 4 momenti temporali ben distinti:
          • il passato, ovvero i quasi 10 anni di colpevole inattività della Provincia
          • il presente, ovvero il periodo d’emergenza assoluta che potremmo chiamare pre-tansitorio (nel quale i rifiuti devono NECESSARIAMENTE essere conferiti fuori provincia)
          • il futuro prossimo, ovvero il periodo transitorio vero e proprio, che andrà da quando si affideranno i lavori per la costruzione dell’impianto sino al termine dei lavori stessi (nel quale i rifiuti torneranno ad essere ri-conferiti nella discarica di Collette Ozotto)
          • il futuro anteriore, ovvero quando saremo a regime.

          Abbiamo voluto schematizzare anche per inquadrare amministrativamente i principali passaggi della pratica e per contestualizzare i termini delle varie discussioni e valutazioni che si sono tenute e che si terranno.
          Per quel che riguarda il passato abbiamo chiesto ed ottenuto che si svolgesse una seduta monotematica del consiglio Provinciale. In quell’occasione, così come in numerose interviste rilasciate ai media, locali e non, non abbiamo lesinato critiche per come era stata gestita la questione dalle passate Giunte di destra.
          Abbiamo in tutti i modi evidenziato le responsabilità del cattivo governo di Giuliano & Co. e sottolineato come, il periodo pre-transitorio ed urgente, che comporterà pesanti incrementi di costi alle amministrazioni comunali e ai cittadini della nostra provincia, sia logica conseguenza del passato e come la responsabilità politica sia da ascrivere esclusivamente alla Provincia. Ricorderete che c’è stato in più occasioni da parte della destra il tentativo di addossare alla Regione le colpe e le responsabilità.
          Ebbene riteniamo che grazie all’azione di tutto il PD, a tutti i livelli, sia ormai chiara nell’opinione pubblica l’idea che le passate amministrazioni provinciali siano le vere e uniche responsabili.
          L’accordo di programma in votazione nella seduta di che trattasi, ricade nel contesto del periodo pre-transitorio.
          Vero è che le valutazioni e le scelte politiche possono trascendere contesti e contenuti, possono rispondere ad opportunità di naturale generale e non specifica, adattarsi indifferentemente alla supremazia di volta in volta assegnata agli aspetti della tattica o della strategia, e tuttavia, quando da amministratori, ripetiamo amministratori, ancorché di minoranza, di un Ente si è chiamati a fare delle valutazioni su di una pratica, ebbene della portata, dei confini, dei contenuti e del contesto di quella pratica bisogna occuparsi , almeno in via prioritaria.
          Perché se così non fosse sarebbe abbastanza complicato definire il ruolo degli amministratori eletti e, soprattutto, comporre una posizione politica articolata in grado di fare breccia sull’elettorato. In buona sostanza si correrebbe il rischio di essere individuati come quelli del no (o del sì) a prescindere, circostanza questa che, come Partito moderno e riformatore, abbiamo la pretesa e la presunzione di voler confutare ad ogni costo proprio con i fatti.
          E allora, per tornare all’accordo di programma, abbiamo tenuto conto di questi elementi:

          1. l’alternativa al conferimento temporaneo fuori provincia è l’ampliamento della unica discarica privata attualmente operante. (A meno che non si voglia aprire una discussione nuova, ci pare di poter affermare che tale ipotesi è sempre stata e sarà scongiurata in futuro dal Partito)
          2. Se la soluzione pre-transitoria è NECESSARIAMENTE il conferimento fuori provincia, e lo è, tanto per essere chiari, non perché lo diciamo noi, ma perché incidenter tantum lo dice la Regione, si poteva non tener conto del fatto che l’accordo di programma era già stato deliberato dalla Giunta Regionale? Per dirla in altri termini, potevamo noi mettere in difficoltà la giunta Burlando su un accordo così fortemente voluto dall’assessore Briano e da Burlando stesso?
          3. La maggioranza si è mostrata sfilacciata al punto da non garantire il numero legale. Le ragioni sono diverse: una o due assenze erano per stanchezza o per superficialità, probabilmente, ma le altre erano decisamente volute. Tra questi c’erano coloro che non rinnegano il passato e che vorrebbero una situazione di empasse tale da giustificare la prosecuzione del conferimento a Collette Ozotto, rimarcare il mancato coordinamento ed impegno da parte della Regione, giustificare di fatto le scelte del passato e le critiche di stampo esclusivamente politico alla Regione. Potevamo noi prestarci a questo giochino?

          Anche ci fossimo inconsapevolmente prestati al gioco, alla fine questa maggioranza i numeri li avrebbe trovati e avrebbe deliberato l’accordo. La lettura politica quale sarebbe stata? Da una parte sicuramente una brutta figura del centrodestra che sulla pratica più importante non trova il numero legale ma, richiamato all’ordine dal suo Presidente, il giorno dopo si ricompatta e va. Dall’altra però un PD imperiese che pur di svolgere fino in fondo la sua missione di fiero oppositore sconfessa la Regione, il PD in Regione, i consiglieri PD in Regione e via di seguito e prova a far saltare l’unico accordo percorribile.

          Abbiamo invece scelto (non senza qualche difficoltà) di dare un segnale politico diverso, che segnasse agli occhi degli elettori la nostra ferma volontà a risolvere il problema dei rifiuti e ci consentisse di apparire come un soggetto politico responsabile e credibile, più di quanto non abbia dimostrato di esserlo tutto il centrodestra. Non abbiamo dato motivi di scusa o di compattamento al centrodestra, che in tutta evidenza è apparso come una compagine in totale confusione, e che sarà chiamato a gestire l’aumento dei costi di smaltimento senza poter più dire che la colpa è di tutti.

          Crediamo che d’ora in poi ci sarà una certa contrapposizione fra chi rinnegherà il passato e chi lo difenderà, con grossi mal di pancia all’interno della maggioranza.

          Far mancare il numero legale avrebbe sicuramente fatto fare bella figura ai consiglieri PD, ma non ci avrebbe portato una sola considerazione positiva e di sostegno in più da parte di quell’elettorato moderato che vogliamo conquistare.

          Come vedete quindi, oltre al contesto della pratica s’è pensato pure ai riflessi politici generali.



          Giordano Riccardo

          Andrea Gorlero

          Fulvio Vassallo

          Boeri Gianni

          Sergio Barbagallo

          Vittorio Desiglioli

          giovedì 8 luglio 2010

          del dialogo tra PD e Popolo Viola

          Ovvero "Si può fare politica senza partiti?". Un bell'articolo di Francesca Fornario e una bella iniziativa alla Festa Democratica di Roma.
          In Italia si verifica uno strano paradosso. Migliaia di militanti dei movimenti, delle associazioni o dei sindacati di base - il genere di persone che definiamo «impegnate» e che Berlusconi definirebbe «comunisti» anche se sono nati nel 1994 e che Vittorio Feltri definirebbe «omosessuali» e che il Tg1 definirebbe «dieci» - non vanno a votare.

          Non mi riferisco ai pochi che non ci sono mai andati ma ai molti che non ci vanno più. Altri votano per senso di responsabilità, con fatica, per partiti che non li convincono fino in fondo (beh: benvenuti nel club) e che però non si sognano di cambiare. Non perché siano stanchi di sognare: se fossero a corto di sogni non disegnerebbero cartelli colorati con i pennarelli dei bambini, non si annoderebbero un bavaglio intorno alla bocca in segno di protesta contro la censura, non scenderebbero in piazza per chiedere una società migliore. È un paradosso, perché rinunciare a cambiare i partiti significa rinunciare a cambiare la società: e allora perché scendere in piazza?

          Ne parleremo stasera alle 20 alla Festa Democratica di Roma con Ivan Scalfarotto e Gianfranco Mascia: un uomo di partito e un movimentista doc. Sono affezionata a entrambi perché sono scesa in piazza con i Girotondi e il Popolo Viola e perché non ho tessere di partito, ma sono felice e orgogliosa che uomini e donne in gamba come Ivan si tesserino, si candidino e aspirino ad amministrare questo paese meglio di come viene amministrato oggi. Faccio il tifo per questi uomini e queste donne, che militano in tutti i partiti di centrosinistra, e sono al loro fianco in mille battaglie. Non solo non trovo che ci sia alcuna contraddizione tra lo spendermi nei movimenti e per i partiti, ma credo che sia naturale, e indispensabile. I partiti sono l'unico strumento democratico per arrivare ad amministrare lo Stato, e quindi migliorare la vita delle persone, garantendo loro più tutele e più diritti, e questa è una prospettiva che mi sta molto a cuore. L'alternativa è la rivoluzione, ma oltre che marxista tendenza Groucho sono anarchica tendenza De André-Brassens: «Morire per delle idee, sì, vabbé: ma di morte lenta».

          Cari amici dei movimenti, ci piace tanto scendere in piazza con la Costituzione e sventolarla al cielo. Ecco, mi piacerebbe che ogni volta che sventoliamo la Costituzione ci ricordassimo che stiamo sventolando l'istituto della democrazia parlamentare, la Camera, il Senato, la Magistratura, il bilanciamento dei poteri e i partiti politici. Diffidare dei partiti a prescindere è infantile, rinunciatario e deprimente. I partiti sono pieni di persone che non hanno o non hanno più molto da dare ma anche di persone in gamba, generose e preparate. Le seconde hanno bisogno del nostro sostegno per prevalere sulle prime.

          Anche i partiti devono imparare a non diffidare dei movimenti, certo. Ma in questo momento i partiti - specie il Pd, specie i suoi dirigenti - sono così depressi e fiaccati dalle sconfitte che diffidano anche di loro stessi. I movimenti no, non hanno alibi per deprimersi: sono vitali, pieni di giovani, speranzosi. Se davvero ci battiamo per una società diversa e per mandare a casa Berlusoni e chi per lui (occhio che siamo in Italia: morto un Berlusconi se e fa un altro) dobbiamo imparare a non di diffidare dei partiti che devono raccogliere questa domanda di cambiamento e tradurla in leggi e provvedimenti. E se chi guida i partiti non ci convince? Allora battiamoci per chiedere il ripristino delle preferenze e andiamo a votare per le persone che più ci rappresentano. Il discorso che faccio per il Pd vale anche Per i Radicali, per l'Idv, per Sel e per il Movimento Cinque Stelle, composto in larga parte da persone che aspirano a dare vita a una coalizione in grado di proporre un'alternativa a Berlusconi.

          Non ho tessere di partito, ma mi piacerebbe prendere la tessera del centrosinistra. Perché se vogliamo che Berlusconi venga sconfitto deve starci a cuore il destino di tutti i partiti della coalizione (coalizione tra quali partiti? Domandatelo agli elettori), non solo del partito che scegliamo di votare e che - qualunque sia - non ha i numeri per vincere da solo. Non a caso, Berlusconi è stato battuto due volte (ah, già: non è imbattibile. Forte, eh?) e sempre con la stessa ricetta: non con l'Udc o con con Gianfranco Fini (le battute sul compagno Fini mi fanno stare male come le canzoni di Gigi D'Alessio al supermercato) ma con una coalizione di centrosinistra. Cari amici dei movimenti e dei partiti d'opposizione, penso che valga la pena riprovarci, e riuscirci meglio di come ci siamo riusciti in passato. Mi scrivete una valanga di messaggi per dire che di questi partiti non ci si può più fidare.

          A tutti rispondo che sì, certe volte ti fanno proprio cadere le braccia. Ma aggiungo che tra i candidati e gli eletti nelle file dell'opposizione ci sono persone straordinarie quanto Gino Strada e Mario Monicelli. Li conosco, ci parlo, li sostengo e sogno di condurre il Tg1 per una settimana, una sola, per fare vedere al paese che differenza c'è tra loro e Calderoli, Bossi, La Russa e Fini. La stessa differenza che c'è tra una condanna e un'assoluzione, e infatti Minzolini non la nota. Noi, però, non siamo mica Minzolini. Quando sventoliamo la Costituzione sventoliamo l'impegno, l'onestà e la generosità di queste persone. Ricordiamocelo, e non lasciamole sole, altrimenti sventoliamo a vanvera, e facciamo solo vento a Berlusconi (o chi per lui).
          [Articolo di Francesca Fornario pubblicato su L'Unità dell' 8/7/10]

          Le dietrologie non sono fatti e i cavilli non sono cavalli

          Riassunto dei fatti:
          1. Al Senato si vota la legge costituzionale denominata Lodo Alfano;
          2. il senatore del PD, nonché costituzionalista, Stefano Ceccanti propone un emendamento per estendere l'immunità al presidente della Repubblica;
          3. il "Fatto quotidiano" (ripreso da "Il Giornale") attribuisce questo emendamento alla volontà di salvare Napolitano da chissà quale reato commesso prima del suo mandato;
          4. Il Presidente Napolitano smentisce seccamente di aver sollecitato la presentazione dell'emendamento;
          5. Il senatore Ceccanti ritira l'emendamento in questione;
          Su "La Stampa"  di oggi, un altro costituzionalista, Michele Ainis, spiega (da buon costituzionalista) con cognizione di causa come sia andata veramente e quali fossero le intenzioni dell'emedamento di Ceccanti.
          Chissà perché in Italia ogni mosca in volo diventa un’astronave. L’ultimo Ufo è atterrato davanti al Quirinale, con un doppio avvistamento: da destra (il Giornale) e da sinistra (il Fatto quotidiano).

          Lassù sul Colle hanno smentito seccamente la notizia, ma gli avvistatori recano prove inoppugnabili. In attesa di discuterne al prossimo congresso di cosmologia, proviamo a misurarle in questa sede.

          Dunque, il Senato sta votando con legge costituzionale il lodo Alfano, che forgia uno scudo processuale per il governo e per il Capo dello Stato. Un senatore del Pd - Stefano Ceccanti, che di mestiere fa il costituzionalista - avanza un emendamento che dichiara il Presidente improcessabile, e perciò sottratto all’autorizzazione parlamentare da cui dipende viceversa l’immunità per i ministri. Da qui la prova, una e trina come il Padreterno: se Ceccanti ha firmato quell’emendamento, significa che aveva la benedizione del partito; se il Pd si è fatto avanti, significa che è stato imbeccato dal diretto interessato, ossia dal Presidente; se Napolitano vuole sottrarsi ai rigori della legge, significa che ha commesso qualche marachella. Lui nega? E allora perché il suo consigliere - aggiunge il Fatto quotidiano - giudica un errore l’autorizzazione a procedere verso il Presidente?

          Giacché mi trovo a essere citato per nome e cognome nei panni di chi dà consigli al Capo dello Stato, vorrei rivolgere un appello agli amici del «Fatto»: o cambiate il nome del giornale o cambiate le notizie. Il Quirinale ha uno staff di prim’ordine, nel quale non sono mai stato reclutato. Ma dopotutto non è questo ciò che conta. Pesano piuttosto riforme di sistema che scassano il sistema, perché non si curano affatto delle geometrie costituzionali. Ceccanti sarà forse stato ingenuo sul piano politico (tant’è che ha dovuto ritirare il proprio emendamento), ma da costituzionalista aveva tutte le ragioni. Quando i nostri padri fondatori scrissero l’art. 90 - che esige la maggioranza assoluta per porre in stato d’accusa il Presidente, nei casi di alto tradimento e d’attentato alla Costituzione - avevano negli occhi il proporzionale con cui fu eletta l’Assemblea Costituente. Con il maggioritario avrebbero scritto come minimo due terzi, per garantire il consenso dell’opposizione. E allora come si fa a contentarsi della maggioranza semplice per i delitti extrafunzionali, oltretutto in un sistema come questo, dove i parlamentari sono altrettanti soldatini?

          C’è però un’osservazione che rende superfluo l’emendamento di Stefano Ceccanti, e forse pure il lodo Alfano. Il Presidente già da oggi è improcessabile per i reati comuni: se i costituenti non hanno messo nero su bianco questa immunità, è solo perché sarebbe suonata «irriguardosa» verso il Capo dello Stato. Chi l’ha detto? Costantino Mortati, e dopo di lui molti altri maestri di diritto. Gioca qui infatti l’eredità dello Statuto Albertino, che proclamava «sacra e inviolabile» la persona del Re. Gioca un motivo sistematico, perché non si può negare alla suprema istituzione la tutela che la Carta offre persino ai deputati. E gioca infine un argomento logico: come mai farebbe il Presidente a promulgare leggi o ricevere ambasciatori dentro una cella di Regina Coeli?

          Insomma il fiore delle immunità perde un petalo alla volta. Il lodo Schifani s’estendeva ai presidenti delle Camere, oltre che a chi dirige la Consulta. Il primo lodo Alfano si sbarazzò di quest’ultima figura; il secondo ha eliminato i presidenti delle Camere. Se non c’è ragione d’aprire l’ombrello sul Capo dello Stato, non resta che il governo. Magari è proprio per evitare tale solitudine che i nostri ri-costituenti hanno tirato in ballo il Quirinale. Un frutto avvelenato, come dimostra quest’ultima vicenda. E insieme una lezione per Ceccanti e per la categoria cui entrambi apparteniamo: in Italia i cavilli vengono scambiati per cavalli.
          Anche Stefano Ceccanti, dal proprio blog, tenta di riportare la discussione su un piano di civile ragionamento:
          Il ruolo di un'opposizione non testimoniale è anche quello di ridurre responsabilmente il danno, senza che questo meriti l'esercizio sproporzionato della cultura del sospetto.
          [Continua a leggere...]

          Bordighera: Faraldi (PD) chiede le dimissioni di Bosio

          La situazione politica della Giunta comunale di Bordighera è giunta a livelli insostenibili: dopo la richiesta dei Carabinieri al Prefetto di esaminare la possibilità di scioglimento del Consiglio Comunale, davanti alle dimissioni di cinque tra Consiglieri ed Assessori della maggioranza (tra cui i due esponenti della Lega Nord), il Sindaco Bosio, invece di prendere atto del progressivo sfaldamento della sua Amministrazione e rassegnare subito le dimissioni, decide di azzerare tutto e nominare quattro nuovi Assessori. Siamo all'assurdo, con un Sindaco letteralmente incollato alla sua poltrona e che volutamente ignora la gravità dei fatti contestati, il tutto davanti agli occhi esterrefatti dei cittadini, mentre lo scandalo dilaga sino ad interessare Media di rilevanza nazionale.
          Il PD Proviciale, ancora una volta, chiede al primo cittadino di Bordighera di compiere un gesto di onestà intellettuale e morale, rassegnando immediatamente le dimissioni e ciò sia per restituire alla Città la dignità e l'orgoglio che merita, sia per lasciare il campo libero a Magistratura e forze dell' Ordine che stanno indagando su questo presunto intreccio tra criminalità organizzata, politica ed affari che sta coinvolgendo importanti personalità della nostra Provincia.
          [Fonte: Sanremonews]

          mercoledì 7 luglio 2010

          Repressione del corteo dei terremotati aquilani

          7 Luglio 2010: un corteo di terremotati aquilani viene respinto a suon di manganellate dalle Forze dell'Ordine.
          Ecco qualche video della giornata:




          Interviene anche Bersani segretario nazionale del PD:

          9 luglio: incontro su energie e sviluppo sostenibile

          Le sfide che il XXI Secolo porrà ad un pianeta ormai completamente economicamente globalizzato non potranno prescindere da una consapevolizzazione diffusa e generale, culturale prima che politica, sulle problematiche della sostenibilità ambientale.
          Il cambiamento climatico, la rarefazione delle tradizionali fonti energetiche, l’inquinamento, le ricorrenti catastrofi ecologiche impongono un approccio al futuro che inquadri il tema della crescita economica attraverso non più solo coordinate di tipo quantitativo ma sappia evidenziarne la imprescindibile sostanza qualitativa.
          La ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche che hanno sostenuto per decenni uno sviluppo solo rallentato da periodiche crisi dovute alle assimetrie dei mercati ed alle ingiustizie distributive devono sempre più porsi come primario impulso caratterizzante una prospettiva in cui al centro dell’iniziativa politica mondiale deve collocarsi la salvaguardia dell’ambiente.
          Nell’ambito di detta prospettiva che non può non prescindere da un concerto, progressivo e difficile ma ineludibile, di ogni attore della scena economica globale, Stati ed imprese in primis, una particolare attenzione merita la realtà italiana, dove anche per il deficit strutturale in termini di approvvigionamento energetico, si impone una riflessione ragionata sulle basi su cui costruire un futuro sostenibile.
          Il dissesto idrogeologico, l’endemico problema dello smaltimento dei rifiuti, la tutela del patrimonio naturale e dei beni pubblici, le carenze infrastrutturali e lo squilibrio delle storiche politiche dei trasporti, sono il quadro di riferimento problematico in cui il grande motore fornito dall’energia, nell’ottica di una equilibrata sintesi fra costi e benefici, dovrà farsi carico di un progredire dove l’obbiettivo stesso dell’equità, modernamente concepita e stemperata dai suoi connotati contrappositivi, diventerà misura fondamentale e trasversale del benessere comune.

          Hotel Nazionale - Sanremo - 9 luglio 2010 - ore 21
          Introduttori : Prof. Riccardo CASALE - Presidente IRIDE
          Ing. Claudio POGGI - Ambientalista
          Modera : Arch. Silvano Toffolutti