venerdì 9 luglio 2010

Questione rifiuti: le ragioni di una scelta

La decisione di partecipare alla votazione sulla pratica rifiuti (accordo di programma tra Regione Liguria, Provincia di Imperia, Provincia di Savona e Comune di Vado), garantendo il numero legale in Consiglio Provinciale, ha provocato qualche disorientamento e, in taluni casi, malumore, tra le fila del Partito, per cui abbiamo ritenuto necessario rendere comuni le ragioni che hanno portato il gruppo del PD, e la minoranza tutta, a compiere questo tipo di scelta.
Preliminarmente vorremmo sottolineare, a beneficio soprattutto di quelli che antepongono la vis polemica all’approfondimento sul merito, che la scelta è stata tutt’altro che superficiale e indolore ma frutto di complesse valutazioni che hanno tenuto conto di tutti gli aspetti di natura amministrativa e politica riconducibili alla questione rifiuti.
Nessuno, crediamo, può ritenersi legittimato a pensare che ci sia stata da parte nostra la volontà di partecipare ad una qualche forma di “inciucio” con la maggioranza, nei confronti della quale, al contrario, abbiamo da subito manifestato forti critiche e portato avanti un attento controllo sugli atti e sulle attività.

La pratica rifiuti è una pratica molto complessa; dal punto di vista politico si presta a valutazioni riferibili a 4 momenti temporali ben distinti:
  • il passato, ovvero i quasi 10 anni di colpevole inattività della Provincia
  • il presente, ovvero il periodo d’emergenza assoluta che potremmo chiamare pre-tansitorio (nel quale i rifiuti devono NECESSARIAMENTE essere conferiti fuori provincia)
  • il futuro prossimo, ovvero il periodo transitorio vero e proprio, che andrà da quando si affideranno i lavori per la costruzione dell’impianto sino al termine dei lavori stessi (nel quale i rifiuti torneranno ad essere ri-conferiti nella discarica di Collette Ozotto)
  • il futuro anteriore, ovvero quando saremo a regime.

Abbiamo voluto schematizzare anche per inquadrare amministrativamente i principali passaggi della pratica e per contestualizzare i termini delle varie discussioni e valutazioni che si sono tenute e che si terranno.
Per quel che riguarda il passato abbiamo chiesto ed ottenuto che si svolgesse una seduta monotematica del consiglio Provinciale. In quell’occasione, così come in numerose interviste rilasciate ai media, locali e non, non abbiamo lesinato critiche per come era stata gestita la questione dalle passate Giunte di destra.
Abbiamo in tutti i modi evidenziato le responsabilità del cattivo governo di Giuliano & Co. e sottolineato come, il periodo pre-transitorio ed urgente, che comporterà pesanti incrementi di costi alle amministrazioni comunali e ai cittadini della nostra provincia, sia logica conseguenza del passato e come la responsabilità politica sia da ascrivere esclusivamente alla Provincia. Ricorderete che c’è stato in più occasioni da parte della destra il tentativo di addossare alla Regione le colpe e le responsabilità.
Ebbene riteniamo che grazie all’azione di tutto il PD, a tutti i livelli, sia ormai chiara nell’opinione pubblica l’idea che le passate amministrazioni provinciali siano le vere e uniche responsabili.
L’accordo di programma in votazione nella seduta di che trattasi, ricade nel contesto del periodo pre-transitorio.
Vero è che le valutazioni e le scelte politiche possono trascendere contesti e contenuti, possono rispondere ad opportunità di naturale generale e non specifica, adattarsi indifferentemente alla supremazia di volta in volta assegnata agli aspetti della tattica o della strategia, e tuttavia, quando da amministratori, ripetiamo amministratori, ancorché di minoranza, di un Ente si è chiamati a fare delle valutazioni su di una pratica, ebbene della portata, dei confini, dei contenuti e del contesto di quella pratica bisogna occuparsi , almeno in via prioritaria.
Perché se così non fosse sarebbe abbastanza complicato definire il ruolo degli amministratori eletti e, soprattutto, comporre una posizione politica articolata in grado di fare breccia sull’elettorato. In buona sostanza si correrebbe il rischio di essere individuati come quelli del no (o del sì) a prescindere, circostanza questa che, come Partito moderno e riformatore, abbiamo la pretesa e la presunzione di voler confutare ad ogni costo proprio con i fatti.
E allora, per tornare all’accordo di programma, abbiamo tenuto conto di questi elementi:

  1. l’alternativa al conferimento temporaneo fuori provincia è l’ampliamento della unica discarica privata attualmente operante. (A meno che non si voglia aprire una discussione nuova, ci pare di poter affermare che tale ipotesi è sempre stata e sarà scongiurata in futuro dal Partito)
  2. Se la soluzione pre-transitoria è NECESSARIAMENTE il conferimento fuori provincia, e lo è, tanto per essere chiari, non perché lo diciamo noi, ma perché incidenter tantum lo dice la Regione, si poteva non tener conto del fatto che l’accordo di programma era già stato deliberato dalla Giunta Regionale? Per dirla in altri termini, potevamo noi mettere in difficoltà la giunta Burlando su un accordo così fortemente voluto dall’assessore Briano e da Burlando stesso?
  3. La maggioranza si è mostrata sfilacciata al punto da non garantire il numero legale. Le ragioni sono diverse: una o due assenze erano per stanchezza o per superficialità, probabilmente, ma le altre erano decisamente volute. Tra questi c’erano coloro che non rinnegano il passato e che vorrebbero una situazione di empasse tale da giustificare la prosecuzione del conferimento a Collette Ozotto, rimarcare il mancato coordinamento ed impegno da parte della Regione, giustificare di fatto le scelte del passato e le critiche di stampo esclusivamente politico alla Regione. Potevamo noi prestarci a questo giochino?

Anche ci fossimo inconsapevolmente prestati al gioco, alla fine questa maggioranza i numeri li avrebbe trovati e avrebbe deliberato l’accordo. La lettura politica quale sarebbe stata? Da una parte sicuramente una brutta figura del centrodestra che sulla pratica più importante non trova il numero legale ma, richiamato all’ordine dal suo Presidente, il giorno dopo si ricompatta e va. Dall’altra però un PD imperiese che pur di svolgere fino in fondo la sua missione di fiero oppositore sconfessa la Regione, il PD in Regione, i consiglieri PD in Regione e via di seguito e prova a far saltare l’unico accordo percorribile.

Abbiamo invece scelto (non senza qualche difficoltà) di dare un segnale politico diverso, che segnasse agli occhi degli elettori la nostra ferma volontà a risolvere il problema dei rifiuti e ci consentisse di apparire come un soggetto politico responsabile e credibile, più di quanto non abbia dimostrato di esserlo tutto il centrodestra. Non abbiamo dato motivi di scusa o di compattamento al centrodestra, che in tutta evidenza è apparso come una compagine in totale confusione, e che sarà chiamato a gestire l’aumento dei costi di smaltimento senza poter più dire che la colpa è di tutti.

Crediamo che d’ora in poi ci sarà una certa contrapposizione fra chi rinnegherà il passato e chi lo difenderà, con grossi mal di pancia all’interno della maggioranza.

Far mancare il numero legale avrebbe sicuramente fatto fare bella figura ai consiglieri PD, ma non ci avrebbe portato una sola considerazione positiva e di sostegno in più da parte di quell’elettorato moderato che vogliamo conquistare.

Come vedete quindi, oltre al contesto della pratica s’è pensato pure ai riflessi politici generali.



Giordano Riccardo

Andrea Gorlero

Fulvio Vassallo

Boeri Gianni

Sergio Barbagallo

Vittorio Desiglioli

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