venerdì 25 giugno 2010

Accordo Fiat di Pomigliano d'Arco: ancora qualche contributo

Segnaliamo due contributi sull'accordo FIAT di Pomigliano d'Arco.
Il primo è di Marco Simoni ed è stato pubblicato da L'Unità del 24 Giugno:
Esiste una ricca letteratura che spiega come, nonostante il lavoro a buon mercato della Cina o della Polonia, le imprese abbiano ancora molte ragioni economiche per stabilirsi nei nostri paesi, e il caso in oggetto è sicuramente un buon esempio a meno di pensare che le scelte di Marchionne siano dettate da puro patriottismo. I sindacati conservano, dunque, qualche potere contrattuale che potrebbe essere usato con più accortezza e anche più decisione.
Allo stesso tempo, una vita lavorativa caratterizzata da diritti molto minori di quelli previsti dall’accordo di Pomigliano riguarda da almeno quindici anni la stragrande maggioranza dei nuovi occupati, in tutti i comparti, con l’assenso implicito di tutti i sindacati che non ritengono opportuno nemmeno rispondere alle sollecitazioni giunte a questo proposito da questo giornale.
Considerare dunque i fatti di questi giorni come uno spartiacque non serve né alla loro comprensione, e tantomeno alla costruzione di una ragionevole e possibile politica industriale, sindacale, o di sviluppo.
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Il secondo invece è un reportage di Mariano Maugeri pubblicato dal Sole 24 Ore del 24 Giugno:
È il giorno della meditazione. Ogni pensiero e ogni parola ruotano attorno a tre varianti: l'adesione convinta, il sì critico e il no apparentemente distruttivo. Perché dentro ogni scheda c'è un corpo a corpo con se stessi («dopo aver votato mi sarei sputato in faccia», ha detto più di un operaio uscendo dalla cabina elettorale) che ora potrebbe generare conseguenze imprevedibili. I grandi aggregati, invece, rivelano il conflitto permanente tra i "vecchi" operai quarantenni assunti nell'89 (ne furono reclutati in pochi mesi oltre duemila) e i 325 ragazzi tra i 25 e i 29 anni assunti nel 2005. Uno smottamento generazionale. I quarantenni dell'89 con tre o quattro figli e mogli casalinghe educati da padri tutti operai dell'Alfa e con il "cuore rosso" - rosso Alfa, non rosso Fiom - contro i ventenni single e senza casa da pagare «perché tanto ci pensa mammà».
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